L’asta degli oggetti smarriti
Sono stati banditi questa mattina 50 lotti di cose dimenticate in aeroporto dai passeggeri negli scali di Linate e Malpensa. Nell'ufficio degli oggetti smarriti c'è di tutto dall'ombrello ad un motorino modello "califfo"
Se qualcuno dovesse riconoscere qualcosa di suo tra gli oggetti che vi mostriamo nella galleria fotografica allegata sappia che ormai è troppo tardi per recuperarlo. Questa mattina al terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa si è svolta l’asta degli oggetti smarriti negli aeroporti di Linate e di Malpensa, appunto. L’asta si è svolta secondo le regole canoniche, con un banditore e il pubblico schierato e pronto ad alzare il ditino per rilanciare sull’offerta precedente. Migliaia di oggetti venduti in lotti più o meno omogenei sono andati letteralmente a ruba grazie alla folta presenza di acquirenti che si sono recati nell’ex-area gruppi degli arrivi per aggiudicarsi macchine fotografiche, vestiario, computer, strumenti musicali, biciclette e tutto ciò che l’uomo può dimenticare in giro per un aeroporto. La varietà degli oggetti all’asta è impressionante e tutti i gusti possono essere accontentati. L’11 giugno si ripeterà l’asta con i lotti non assegnati questa mattina (mercoledì).
Il pubblico di acquirenti è il più variegato possibile e molti erano commercianti interessati a rivendere, guadagnandoci, gli oggetti acquistati. Apparentemente gli affari possibili erano molti, in particolare nei lotti dedicati all’elettronica: qualcuno, per poco più di 700 euro, si è portato a casa una quindicina di videocamere digitali che potranno fruttare, se rivendute singolarmente e in buono stato, anche qualche migliaio di euro. Tanti glio oggetti curiosi lasciati in aeroporto nelle aree non doganali dalla biciletta smontata alla macchina per il caffè, dal vinile 45 giri dei Rolling Stones (venduto a 60 euro) fino agli orologi di tutte le marche.
Serenella Bianchi e Carmelo Callà lavorano negli uffici oggetti smarriti di Malpensa e Linate: sono loro che ricevono tutte le cose dimenticate dalle persone e le catalogano, loro gestiscono la restituzione degli oggetti verificando che finiscano nelle mani dei legittimi proprietari ma il dato degli oggetti ritirati da coloro che li hanno dimenticati è sorprendentemente basso e varia tra il 10 e il 15% del totale. Molte volte, raccontano i due dipendenti Sea, la gente fa di tutto per recuperare cose anche di poco valore economico ma di grande valore affettivo mentre oggetti di maggior valore monetario vengono abbandonati per sempre: «Il tempo massimo per la custodia dell’oggetto, prima che vada all’asta, è di 12 mesi – spiega Serenella – in quel periodo non possiamo fare nulla se non catalogarlo e attendere che qualcuno venga a riprenderselo. Dopo i 12 mesi finisce nelle scatole dei vari lotti e finisce all’asta». da qul momento il proprietario perde ogni diritto sull’oggetto.
Nel magazzino degli oggetti è rappresentato un campionario infinito di cose da perdere, compreso un motorino modello "Califfo" smontato in pezzi e inscatolato ma anche una tromba e un clarinetto, uno scivolo di plastica per bambini «e – racconta Carmelo – un Rolex da taschino d’oro, ma quello lo hanno reclamato indietro», e come dargli torto, verrebbe da dire. Serenella mostra anche alcune mail che giungono dai posti più lontani: scrivono dall’Australia, dagli Stati Uniti, dall’Asia per chiedere se le cose che cercano sono state trovate. Spesso la risposta è positiva ma sono molti gli oggetti dimenticati e spariti prima che finissero all’ufficio oggetti smarriti di Sea: «In particolar modo le cose lasciate nei bagni spariscono prima che noi possiamo trovarle – conclude Carmelo – non tutti sono onesti e capaci di riconsegnare una cosa che hanno trovato».
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