L’Europa è balneabile. L’Italia un po’ meno
La Commissione europea ha pubblicato i risultati della balneabilità di 20.000 siti. Decisamente buona la situazione dei mari italiani. Risultati scarsi per fiumi e laghi

Le norme europee sull’acqua e il mare rappresentano gli standard più alti a livello mondiale di tutela ecologica e ambientale. Delle 20.000 zone di balneazione controllate in tutta l’UE nel 2009, i due terzi sono coste marittime e il resto su fiumi e laghi. Nel 1990 l’80% dei siti rispettava i valori minimi di qualità, e nel 2009 si è arrivati al 96%. Il miglioramento è ancora più netto per le acque interne: oggi nove spiagge su dieci è in regola, ma si partiva da un poco lusinghiero 52% siti puliti di vent’anni fa.
I siti marittimi italiani in regola con le norme comunitarie minime sono 4536, il 92,2% del totale, mentre la situazione è meno positiva su laghi e fiumi: in regola è meno della metà dei siti monitorati (46,4%, cioè 357). Quasi trecento siti di acque interne (273 per l’esattezza) sono stati chiusi alla balneazione in diversi periodi della passata stagione estiva (www.salute.gov.it/ balneazione/balneazione.jsp). Questo dato è purtroppo molto più negativo rispetto a un anno prima: si è passati dal 65,8 al 46,4% di laghi e fiumi puliti in Italia. In realtà la serie negativa dura da ben otto anni: nel 2002 i corsi d’acqua interni a norma erano sette su dieci.
Sulle acque interne, ottengono i migliori risultati Finlandia, Francia, Germania e Svezia. L’analisi per l’Italia ha riguardato 5691 zone balneabili, nel periodo compreso tra metà maggio e fine settembre: di queste, 4921 erano zone marittime e 770 interne (710 lacustri e 60 fluviali). Questa cifra rappresenta oltre un quarto (il 26,4%) di tutte le zone monitorate nell’UE. A livello regionale sono stati monitorate 92 zone in Emilia Romagna, 64 in Friuli, 412 in Liguria, 249 in Lombardia, 110 in Piemonte, 54 in Trentino e 170 in Veneto.
Per determinare la qualità delle acque vengono effettuati test su una serie di parametri fisici, chimici e microbiologici. Alcuni valori stabiliti dalla direttiva europea sulle acque di balneazione sono obbligatori, ma i singoli Stati possono applicare, se lo ritengono opportuno, criteri più rigorosi. Nel 2006 è entrata in vigore una nuova direttiva sulle acque balneabili, che ha aggiornato le tecnologie ed enfatizzato l’esigenza di dare informazioni al pubblico sulla qualità delle zone balneabili. Gli Stati membri hanno tempo fino al 2015 per applicare interamente la nuova direttiva, e in quattordici (Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna e Svezia) lo fanno già dall’anno scorso.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
GrandeFratello su Arrivano i treni Varese-Milano Centrale. Ma solo per due giorni
Massimo Macchi su Tarip, le prime fatture fanno discutere. Coinger: "Una rivoluzione culturale"
PaGi su Si è ribaltato un altro grosso tir, traffico in tilt tra Somma Lombardo e Malpensa lungo la via Giusti
gokusayan123 su Si è ribaltato un altro grosso tir, traffico in tilt tra Somma Lombardo e Malpensa lungo la via Giusti
gokusayan123 su Nessun segno di pentimento, in carcere il 21enne accusato dello stupro di Busto Arsizio
andreabianchi su Donazione di organi, cresce il numero dei "no": i dati del Varesotto comune per comune
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.