Manovra, delegazione di sindaci lombardi in Consiglio regionale
Boni e Penati: “Pronti a fare la nostra parte per trovare soluzioni”. I sindaci di Cardano al Campo e di Gorla Minore in aula

I sindaci hanno evidenziato che la manovra «a fronte della costante caduta delle entrate causata dal blocco dell’autonomia finanziaria e dall’eliminazione dell’Ici sull’abitazione principale sono costretti nel triennio 2009-2011 a ridurre la spesa totale di circa il 9%» e che il provvedimento è «iniquo e insostenibile».
Boni ha preso l’impegno di «attivare un lavoro sinergico per migliorare la manovra». «Questo – ha detto – lo si può fare a livello nazionale ma anche a livello regionale. Sacche d’intervento ci sono e garantisco l’impegno del parlamento regionale lombardo affinché si possa arrivare ad una soluzione. Non dimentichiamo che la Lombardia è una realtà fatta soprattutto di piccoli comuni, ecco perché per noi è importante attivare da subito un lavoro con i sindaci e le loro associazioni. Siamo pronti anche a fare una nuova normativa regionale che sia in grado di soddisfare le istanze più urgenti se dovesse occorrere».
Boni ha preso l’impegno di «attivare un lavoro sinergico per migliorare la manovra». «Questo – ha detto – lo si può fare a livello nazionale ma anche a livello regionale. Sacche d’intervento ci sono e garantisco l’impegno del parlamento regionale lombardo affinché si possa arrivare ad una soluzione. Non dimentichiamo che la Lombardia è una realtà fatta soprattutto di piccoli comuni, ecco perché per noi è importante attivare da subito un lavoro con i sindaci e le loro associazioni. Siamo pronti anche a fare una nuova normativa regionale che sia in grado di soddisfare le istanze più urgenti se dovesse occorrere».
Anche il vicepresidente Penati ha sottolineato la piena disponibilità dell’Assemblea lombarda a lavorare d’intesa con Anci, Upl e Uncem perché «la manovra – ha evidenziato Penati – è assolutamente insostenibile e costringe i comuni ad operare con quel cappio al collo che è il patto di stabilità. Così non va bene, le scelte devono essere condivise e soprattutto non devono portare al taglio dei servizi indispensabili per la collettività».
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