Mercato, ultimo baluardo della “difesa del territorio”

Gli ambulanti dei mercati all'aperto lottano contro l'abusivismo. Il che, tradotto in parole povere, significa difesa del prodotto italiano e limitazioni degli extracomunitari: il dibattito al de Filippi

IL convegno al de FilippiSi legge abusivismo, si pronuncia extracomunitario: è su questo delicatissimo filo che si tende il disagio dei venditori ambulanti varesini, quelli che animano mercati all’aperto. 
Un disagio – quello della supposta"concorrenza sleale" da parte degli stranieri, che stanno prendendo sempre più piede nel settore  – che è diventato approfondimento e appello alle istituzioni nella giornata di oggi, 18 giugno 2010, nelle sale del collegio de Filippi a Varese dove si svolgeva l’incontro   ”I mercati, un patrimonio da salvaguardare e riqualificare” organizzato da Anva, il gruppo dei venditori ambulanti di Confesercenti
 
«Non si può nascondere il fatto che il commercio ambulante  è diventato, in questi anni, una valvola di sfogo per risolvere il problema di una collocazione definita e legale  ad una grande massa di immigrati extracomunitari – ha detto nella sua relazione, senza mezzi termini, il presidente di Anva Varese Ilario Pelucchi – L’azione delle associazioni di categoria ha cercato di “tenere botta” a questa nuova situazione, ma non ha potuto molto di fronte alla latitanza delle istituzioni»
 
Il problema è, innanzitutto, per chi si comporta secondo legge e lavora magari di fronte a un abusivo. E la soluzione proposta dall’associazione è: «Imporre l’esibizione del Durc (il certificato che, sulla base di un’unica richiesta, attesta contestualmente la regolarità di un’impresa per quanto concerne gli adempimenti INPS, INAIL e Cassa Edile verificati sulla base della rispettiva normativa di riferimento ndr) anche per gli imprenditori ambulanti».
 
Un sistema per meglio controllare la situazione tributaria degli imprenditori ambulanti. Perchè «Gli extracomunitari sono il 33% del totale delle imprese del settore. Niente da dire, ben vengano tutti – puntualizza il consigliere regionale Giorgio Puricelli – Ma è importante che tutti lavorino nella piena legalità e pagando il dovuto»
 
Puricelli e Fontana al convegno di ConfesercentiLa parola d’ordine, per sconfiggere il “deterioramento” del settore è qualità e protezione del prodotto: «Forse la cosiddetta legge Bersani ha creato più danni che vantaggi – si domanda Attilio Fontana, sindaco di Varese – Si è trattato di una liberalizzazione che ha portato a una dequalificazione dell’attività. E i un momento in cui si notano gli effetti negativi della globalizzazione,  la difesa delle tradizioni sembra l’unico mezzo per opporci e contrastare questo modo di vedere il mondo».
 
D’altra parte quello dei mercati all’aperto non è poi un settore ininfluente, in provincia: Sono 110 le aziende operanti nel settore, con circa 5000 addetti impiegati. 109 i mercati  in provincia, 1101 i posteggi per il settore alimentare e 3960 quelli dedicati all’abbigliamento e altri articoli. senza contare che sono più di 182 le fiere e sagre a cui gli ambulanti partecipano, mentre i due mercati più importanti, quelli di Luino e Saronno, muovono 700 imprese a testa e decine di migliaia di visitatori.  «I mercati sono dei centri commerciali naturali assolutamente irrinunciabili – spiega convinto Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega alla Camera – E per rivitalizzarli non si può non lavorare sulla qualità, che in questi ultimi anni è oggettivamente decaduta. E il primo problema è riportare la legalità, perché dove c’è l’illegalità c’è degrado».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Giugno 2010
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