Nessun disastro ambientale, archiviata l’indagine sul depuratore
Lo comunicano i vertici della società che gestisce il depuratore di Sant'Antonino finito sotto inchiesta nel 2007 da parte della Procura di Busto su denuncia di Legambiente Lombardia
La Società di Tutela Ambientale dei torrenti Arno, Rile, Tenore ha comunicato, alla presenza del presidente Modesto Verderio e del suo legale Fabrizio Busignani, che il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero ha deciso di archiviare il procedimento penale per disastro ambientale a carico dei vertici della stessa società. «L’archiviazione è stata depositata il 14 giugno – fa sapere il legale della società – e nel corpo del provvedimento il giudice sottolinea l’assoluta infondatezza della originaria notizia di reato contenuta nell’esposto a suo tempo presentato da Legambiente Lombardia, confermata anche dalle successive indagini svolte dalla Procura che hanno escluso qualsiasi ipotesi di responsabilità in capo sia alla società che ai suoi vertici».
Ora le persone coinvolte, in tutto 6 compreso il presidente Verderio e Antonio Caniello (foto a sin.), attendono le diecisioni dell’autorità giudiziaria perchè chiuda defionitivamente questa vicenda dissequestrando l’impianto di depurazione di Sant’Antonino a Lonate Pozzolo, sotto accusa per il presunto cattivo funzionamento e, di conseguenza, di aver inquinato il canale di spagliamento del Marinone con idrocarburi e altre sostanze inquinanti. In realtà il depuratore ha sempre lavorato ma in un regime di controllo da parte dell’autorità giudiziaria.
Ma Busignani sottolinea anche il tempo perso a causa dell’opposizione da parte dell’associazione ambientalista all’archiviazione per la quale il pm incaricato Roberto Pirro aveva già fatto richiesta nell’estate del 2009: «Il Giudice ha anche osservato che Legambiente non fosse legittimata, secondo la legge e giurisprudenza, a proporre opposizione alla richiesta di archiviazione – sostieneil legale – ciò ha comportato un’ingiustificata dilazione nell’adozione del provvedimento di archiviazione». Per questo motivo la società, attraverso i suoi legali, sta procedendo ad un conteggio degli eventuali danni d’immagine ed economici subiti e si riserva di valutare eventuali azioni nei confronti di coloro che hanno dato origine alla vicenda giudiziaria.
Claudio Spreafico di Legambiente Ticino non si scompone e cade dalle nuvole: «A noi non è giunta alcuna comunicazione della decisione del gip – fa sapere l’esponente del cigno verde – noi siamo sicuri della nostra posizione. La realtà è sotto gli occhi di tutti nell’area del Marinone. L’inquinamento continua ad esserci e ad ogni pioggia il problema è sempre lo stesso con il depuratore che non riesce a depurare le acque e con gli idrocarburi che finiscono nel canale industriale del Villoresi. La fitodepurazione non funziona e tutto l’ecosistema ne soffre. Se il giudice ha archiviato il procedimento per disastro ambientale restano in piedi le altre accuse, seppur di minore gravità».
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