OneManLiving: piccole architetture in concorso
Anche una tradatese tra gli studenti premiati nella terza edizione del progetto, promosso dal Politecnico di Milano-Bovisa. I lavori premiati si possono vedere fino al 2 luglio nella mostra allestita in via Durando
C’è anche una giovane varesina tra i vincitori del progetto OneManLiving, promosso dal Politecnico di Milano – Bovisa, che ha offerto ad un gruppo di studenti l’occasione di progettare e costruire un modello di abitazione minima in dimensioni reali.
OneManLiving, arrivato alla sua terza edizione, affronta ancora una volta il tema sempre attuale dei piccoli spazi per abitare, facendo riferimento ad esperienze chiave del passato come i prototipi di unità d’emergenza degli anni ‘60, alle mini-architetture giapponesi e agli spazi progettati dall’architetto Shigeru Ban utilizzando profi li metallici a “L”, tipici degli scaffali libreria.
Con i professori Lola Ottolini, Giuseppe Agata Giannoccari e Ottorino Meregalli (corso C2) e Yuri Matromattei, Alessandro Baglioni e Michele Ugolini (corso C3), gli studenti del primo anno di architettura hanno approfondito il tema, studiando e ridisegnando piccoli spazi abitativi: unità d’emergenza, primi alloggi per immigrati, per homeless, case per single, studi per artisti, rifugi, "pensatoi". Sono entrati in contatto con architetture da tutto il mondo, inserite in tempi e contesti diversi e progettate con scopi differenti. Hanno affrontato il problema del committente, del rapporto tra architettura e sito, dei materiali, della luce e della divisione degli spazi interni.
"Questo approccio – spiegano i docenti – nasce dal desiderio di trasmettere agli studenti una profonda conoscenza dell’architettura fin dai primi anni di università, dagli aspetti progettuali e teorici a quelli pratici, attraverso il confronto con la realizzazione fisica dell’oggetto architettonico e con il committente, i costruttori, gli sponsor: l’intero ciclo di un’architettura. Dalla conoscenza alla realizzazione, OneManLiving è un’esperienza completa dell’architettura".
Per il loro progetto gli studenti dovevano rispettare alcuni requisiti fondamentali: uso di materiali ecologici, economicità di manifattura,
razionalità di montaggio. Il bando richiedeva inoltre una destinazione d’uso concreta e specificava alcuni parametri tecnici (SLP, volumetria, altezza massima). Come primo materiale da costruzione erano indicati solo i profili metallici a “L”, lasciando completa libertà nella scelta del tamponamento.
Infine una giuria esterna ha selezionato i due progetti vincitori da costruire in scala reale: "Scenografie in scatola" di Cecilia Eli, Michela Estrafallaces di Tradate e Giulia Pomponi, e "Game Box", degli studenti C. Celentano, E. Ismailati, G. Marchetti.
I prototipi sono stati realizzati durante un workshop che si è svolto dal 14 al 18 giugno al Politecnico di Milano – Bovisa con la collaborazione delle aziende Alcea, Atmosfera 1999 e Ceresio Arredamenti, e con il patrocinio dell’ADI Associazione per il Disegno Industriale. In parallelo gli studenti hanno allestito una mostra dei loro lavori utilizzando gli stessi profili metallici usati per costruire i prototipi e altri materiali ecologici o di recupero. La rassegna, inaugurata ieri con un opening nello spazio davanti al portico dell’aula De Carli del Politecnico di Milano – Bovisa, in via Durando 10, continuerà fino al 2 luglio e sarà visitabile negli orari di apertura dell’università.
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