Sannino: “Voglio restare a Varese”
L'allenatore biancorosso fa una dichiarazione d'amore alla società e alla città. Replica Rosati: «squadra che vince non si cambia»
I sogni a volte si avverano. E’ il motto che mister Beppe Sannino, alla sua quarta promozione consecutiva, si è fatto stampigliare sulla maglietta. «Siamo arrivati a questa agognata serie B e non ci credo ancora – commenta l’allenatore -. Sono felice per i giocatori, per i tifosi, per la società, per la città e anche per voi giornalisti che l’anno prossimo potrete andare in stadi più belli».
Sannino ripete una vecchia frase profetica, una delle sue perle a metà tra lo slogan e l’imperativo morale: «Giochiamo contro i calciatori, ma noi siamo uomini». La mente va subito a tutte le situazioni che sembravano negative e che invece la squadra ha saputo capitalizzare, come gli infortuni, le indisponibilità e le squalifiche che hanno costretto l’allenatore a fare di necessità virtù.
«E’ tutto scritto – continua Sannino – doveva andare così. Noi abbiamo fatto un primo tempo da cineteca e nel momento in cui vai a cercare il gol, e non arriva, ci puo’ essere un logorio mentale. Invece ci siamo ricordati di essere stati in miniera tutto l’anno e siamo andati prenderci un po’ di sole».
E’ presto per parlare di futuro, ma il mister fa una dichiarazione d’amore alla città e alla società: «Vorrei restare a fare la B con il Varese, perché qui ci sono state persone che hanno creduto in me e poi ho trovato una città a misura d’uomo. Vorrei ancora vincere insieme a questi ragazzi e a tutti quelli che erano qui oggi allo stadio, come i vari Crocetti, Lepore e tutti gli altri. Dedico questa festa a tutti quelli che volevano essere qui e non hanno potuto esserci».
Il presidente Antonio Rosati ha l’aria compassata, ma si avverte che dentro deve essere un turbinio di sentimenti. «E’ difficile fare l’abitudine a queste cose – dice il presidente -. Il mio pensiero va a questo gruppo che ha portato a compimento l’impresa e a tutta la mia famiglia. A Enzo Montemurro a Luca Sogliano che si sono potuti esprimere al meglio. Del resto io mi sono scelto i collaboratori e a loro ho dato la massima fiducia. Ne sono stato ripagato».
Sul futuro Rosati glissa, ma più per scaramanzia che per ritrosia. Non annuncia variazioni societarie e quando gli chiedono dei rapporti con la famiglia Tesoro (patron della Pro Patria) taglia corto e con savoir faire risponde: «Ci conosciamo e sono molto simpatici. Auguro a loro e alla Pro Patria di risalire al più presto. Della nuova era del Varese non ne parleremo neanche stasera. Comunque squadra vincente non si cambia. L’appuntamento con il futuro è per martedì, lì decideremo come affrontare il nuovo anno».
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