“Siamo in ritardo ma forse eviteremo la sanzione”
L'Italia deve fare i conti con una sanzione europea di 39 milioni di euro per il ritardo nell'adozione del 112 unico. Il progetto di Varese potrebbe però bloccare la multa
«Siamo in ritardo di anni rispetto all’idea originaria di offrire un unico numero per le emergenze ma quello presentato oggi è un servizio all’avanguardia che anticipa addirittura i requisiti della normativa europea che entrerà in vigore nel 2011». Per ora il 112 unico a Varese è solo una sperimentazione ma il ministro dell’interno Roberto Maroni ha dichiarato che sarà presto esteso a tutta Italia. Il nostro paese infatti non si è ancora adeguato alla direttiva dell’Unione datata 2002 e che prevedeva, come già avviene negli altri paesi, l’obbligo di avere un unico centralino per gestire tutte le richieste di aiuto. Un ritardo che al nostro stato è costato una multa salata: «Una sentenza del 15 gennaio del 2009 – ha spiegato a margine della conferenza stampa di presentazione il direttore generale dell’Azienda regionale emergenza urgenza (AREU), Alberto Zoli – impone all’Italia di pagare una sanzione di 39 milioni di euro». Che però, grazie proprio all’avvio di questo nuovo servizio in provincia di Varese, potrebbe essere bloccata: «È quello che si sta cercando di fare a livello europeo – ha aggiunto il direttore – con l’impegno di estendere il servizio anche alle altre regioni italiane». «Organizzare la macchina, individuare un unico interlocutore in grado di gestire il numero unico è stato difficile – ha commentato il ministro Maroni -. Ma grazie all’impegno comune e grazie anche al supporto della Regione abbiamo realizzato un modello d’eccellenza che voglio allargare a tutta la nazione. Le premesse fanno ben sperare: il nostro obiettivo è garantire a tutti una risposta pronta e veloce in caso di necessità. Quindi più attenzione e più sicurezza per tutte le persone che si trovano sul territorio dello stato». Secondo le prime stime il servizio dovrebbe riuscire a ridurre i tempi di attesa di circa venti secondi anche se, ha promesso Maroni, tutti i risultati saranno monitorati. «Non è un caso che questo servizio nasca in Lombardia – ha aggiunto il presidente della regione Formigoni – avevamo la tecnologia adatta a far partire il tutto e siamo riusciti a coinvolgere soggetti diversi compreso il 118 come non avviene ancora negli altri paesi europei. Tutto ciò è reso possibile anche grazie all’impegno dei tanti volontari che anche nella nostra regione aiutano a reagire alle situazioni più critiche».
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