Bossi: «Porteremo a Milano alcuni ministeri»
Il Senatùr profeta in patria alla Festa della Lega: accolto con cori e applausi, glissa sulle tensioni della manovra e rilancia: "Chi l'ha detto che la capitale deve essere Roma?"
Umberto Bossi accolto da trionfatore alla festa della Lega nella sua natia Cassano Magnago. Non bastano le difficoltà di una finanziaria che mette alle strette per primi gli enti locali a frenare l’entusiasmo di supporter e amici, ulteriormente rinfocolato dai puntuali cori dei Giovani Padani. Fidi scudieri, il presidente della Provincia di Como Leonardo Carioni, il sindaco di Cassano Aldo Morniroli, l’europarlamentare bustocco Francesco Speroni, la "pasionaria" Rosi Mauro.
Flash, strette di mano, e Bossi si ricarica come una batteria per il suo pubblico. «Giornata furiosa a Roma» dirà. «Le Regioni volevano soldi ma non era più possibile, troppo tardi. Il mio ministero (per le Riforme ndr) aveva fatto un buon progetto e ridotto di circa un miliardo di euro l’entità dei tagli, qualche governatore per andare sui giornali ha detto che non serviva a niente». Come volevasi dimostrare, aggiunge Bossi, non hanno ottenuto niente. I Comuni, invece, riferisce, «più cauti e abili», qualcosa hanno stretto. «Per loro il regalo è il federalismo fiscale: le tasse per gli immobili, che oggi vanno allo Stato, andranno a loro. Con questa riforma 15 miliardi di euro andranno ai Comuni: non tutti a Cassano, un po’ anche a Büsti» scherza fra le risate del pubblico. Il momento è topico: «non posso andare in ferie, o quelli delle Regioni mi attaccano tutti i giorni sui giornali… ma entro fine luglio» promette il Senatùr «porteremo a casa il federalismo fiscale per le regioni. Mercoledì incontrerò Tremonti per capire quali tasse dello Stato possono andare alle Regioni». La promessa è che «molte dlele tasse che oggi girano sulle sponde romane resteranno in Lombardia», e Bossi aggiunge che «i beni demaniali che Roma s’era portata via, persino laghi e fiumi, sono nostri di nuovo» grazie al "federalismo demaniale". «Per fortuna avevamo con noi il buon Tremonti o non ce la facevamo» dice di queste convulse fasi di "arrembaggio" alla manovra finanziaria.
E dopo il federalismo, Bossi annuncia il decentramento: «Porteremo a Milano alcuni ministeri, chi l’ha detto che la capitale deve essere Roma? Di "capitale reticolare" parlava già Gianni Agnelli. In fondo chi tiene in piedi l’Italia? La Lombardia: senza di lei all’estero le rappresentanze italiane non verrebbero nemmeno ricevute, tant’è che ci chiedono sempre da quale parte dell’Italia veniamo…» «Secessione, secessione! Bos-si! Bos-si! Bos-si!» Gli anni passano ma la platea è sempre tutta per lui e l’Umberto da Cassano è più che mai profeta in patria.
Tra i presenti non mancava fra gli altri l’assessore provinciale all’agricoltura Specchiarelli. E Bossi rimarca come si sia riusciti a far passare i provvedimenti relativi alle quote latte: per un singolo voto è passato il discusso emendamento alla manovra che dispone una sospensione fino al 31 dicembre del pagamento della rata delle multe quote latte per quei produttori che hanno aderito alle rateizzazioni previste dalla legge. «La roba da mangiare la compriamo qui perchè siamo in grado di farla».
Un riferimento infine, lo fa al futuro. A partire dal figlio Renzo, il più giovane dei consiglieri regionali. «Fa economia e commercio, è in regione, sta facendo abbastanza bene, ora va in commissione bilancio, dove girano i danée. Come vedete, non è che dopo di me non ci sarà nessuno, ci sono altri, anche figli miei, e gente come Carioni. Che è bravo politicamente, ma è ancora meglio come cantante». E dopo gli interventi degli altri "big", è proprio Carioni a chiudere la serata guidando con voce apprezzabile il coro di "Vagabondo" dei Nomadi. A ben pensarci, che alla Lega piacciano i Nomadi è a modo suo una notizia.
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