Con il softair si gioca alla guerra
Sono sempre di più le associazioni e i campi da gioco che in provincia di Varese danno spazio al soft air
Sveglia all’alba. Guanti, elmetto e mimetica. Munizioni, armi e stivali, e poi, quando la brina deve ancora sciogliersi dagli arbusti boschivi, s’incomincia a sparare. È il gioco della guerra, un mondo fatto di tattiche, battaglioni e strategie dove però i proiettili non feriscono e men che meno uccidono. Al massimo qualche ematoma da esibire a fine battaglia.
È la realtà del Soft Air, il gioco della guerra, la riproduzione ludica di tattiche militari. Una passione che sta prendendo sempre più piede anche in provincia di Varese, dove fioccano associazioni, campi da gioco e veri e propri tornei.
Chi ci gioca seriamente è molto chiaro su alcune regole, ed è forse l’aspetto più importante da chiarire: il vero soft air pone dei limiti molto rigidi e definiti: non è guerra vera, non c’è violenza, non deve mai sfociare in pratiche paramilitari o mescolare la passione per il gioco a finalità politiche, le regole ci sono e vanno rispettate, e finita la battaglia si smette di giocare e i fucili si ripongono nelle sacche.
L’attrezzatura si compra in negozi specializzati, ci sono di tutti i tipi, da quella più economica a quella professionale, in uso ai veri reparti dell’esercito. Le armi sono interdette alla vendita ai minorenni e devono rispettare una potenza di fuoco normata per legge (l’energia impressa al pallino non deve essere superiore ad 1 joule). Si comprano torce, scarponi, ginocchiere, tute mimetiche, radiotrasmittenti, visori notturni, pistole, fucili, bombe a mano. Proprio come i soldati veri.
L’iter burocratico per giocare e molto stringente: si individua il sito, che può essere boschivo, sabbioso o urbano, si chiedono i permessi ai comuni, nel caso sia un terreno demaniale, o ai privati nel caso sia di proprietà, si avvisano le forze dell’ordine e i vigili del fuoco. E solo quando arriva il via libera si può giocare. A vigilare sulla corretta applicazione di tutte le regole ci sono i gruppi di gioco. Sono vere e proprie associazioni sportive, riconosciute da enti sportivi nazionali.
Le associazioni hanno un duplice significato. Naturalmente servono a promuovere l’attiva sportiva e organizzare il gioco, ma soprattutto impongono un sistema di autoregolamentazione. Lo spiega bene un componente del “Settimo cavalleria Gallarate”, una delle associazioni che in provincia organizza il soft air, «quando si gioca ci sono delle regole da rispettare e di solito le associazioni sono molto rigide. Un aspetto delicato è quello della potenza delle armi. Un’associazione cerca di controllare sempre che non si giochi con armi modificate o troppo potenti, e durante i tornei si fanno anche dei veri e propri controlli a campione per verificare che sia così. Inoltre all’interno di un associazione si tende spesso ad isolare o richiamare coloro che esagerano e a estromettere dal gioco chi ha comportamenti troppo violenti o viola le regole».
Nel video tratto da Youtube una simulazione del gioco
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