Da Gattuso a Iniesta: la forza della passione

Il contributo di Giorgio Puricelli, consigliere regionale del Pdl, fisioterapista del Milan e amico personale di Silvio Berlusconi

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Giorgio Puricelli, consigliere regionale del Pdl, residente a Samarate, fisioterapista del Milan e amico personale di Silvio Berlusconi
 
Se c’è una cosa che “Sudafrica 2010” ci ha insegnato è che il panorama calcistico mondiale è profondamente cambiato. Sono scese in campo Nazionali che fino a qualche anno fa non si sarebbero nemmeno qualificate .
Formazioni del tutto estranee alla grande e prestigiosa tradizione del calcio.
 
In un contesto di questo genere come commentare la deludente prova degli azzurri durante questo mondiale ? Si è parlato di umiliazione, vergogna, responsabilità e questa volta non si sono certo risparmiate parole né energie per condannare la Nazionale italiana ed in primo luogo le scelte di Lippi.
 
Ma il mio punto di vista è diverso. Più che una voce fuori dal coro, vuole essere uno spunto di riflessione ed un monito. Non è mia intenzione entrare nel merito di ciò che è successo soprattutto da un punto di vista tecnico, poiché so di non averne le competenze e non voglio correre il rischio di unire la mia voce al coro delle migliaia di allenatori che sentenziano da tutto lo stivale.
 
Posso invece parlare di quello che so per certo, che ho toccato con mano durante i miei 20 anni di lavoro al Milan nel ruolo di fisioterapista.
Ragazzi come Zambrotta, Gattuso e Pirlo (cito loro come esempio in quanto fanno parte della mia esperienza) sono dei grandissimi professionisti, nello sport come nella vita quotidiana. Il loro comportamento è esemplare ed è anche per questo che sono stati convocati nella Nazionale italiana .
 
Più che i demeriti nostri, io ho notato i meriti delle altre squadre che oggi giocano un calcio a tutti gli effetti paragonabile (o anche superiore) a quello delle Nazionali di calcio storiche. Nel calcio come nell’economia, tutte le nazioni un tempo povere o sottosviluppate si stanno evolvendo e migliorando . Prendiamone atto. Rimbocchiamoci le maniche, rimettiamoci in gioco o verremo sorpassati prima di quanto possiamo immaginare.
 
Permettetemi un’ altra riflessione . La Nazionale spagnola per la prima volta nella sua storia si fregia del titolo di Campione del Mondo. Un traguardo che questa squadra ha portato a casa con l’anima e con il cuore.
E’ significativo il fatto che la maggior parte dei giocatori della rosa spagnola facciano parte delle formazioni del Real Madrid e Barcellona ove sono cresciuti nei rispettivi settori giovanili. E’ li’ che il loro spirito, il loro senso di appartenenza si e’ formato ; quel valore aggiunto
che va’ al di la della preparazione tecnica o atletica .
 
Ed è così che negli ultimi tesi e conciati istanti dei supplementari di una finale della coppa del Mondo, un giocatore come Andrés Iniesta, cresciuto nelle giovanili del Barcellona, e’ riuscito nell’intento di concretizzare un sogno . Un sogno coltivato dall’ età di 12 anni quando da solo, lontano da casa, la domenica guardava e riguardava i gol del Barcellona e della liga spagnola aspettando con ansia il giorno seguente per potersi allenare .
 
Quattro anni fa era Gattuso ad alzare la coppa : anche lui come Iniesta gia’ a 12 anni era lontano dalla famiglia a sgobbare duramente ogni giorno su un campo di calcio. Anche lui ha dedicato interamente la sua vita al football.
 
La tenacia, la disciplina, il cuore di questi giocatori nasce da queste esperienze di vita :esperienze di sofferenza e di sacrificio che li hanno temprati nel cuore e nella mente. Non esiste onore senza onere, non esiste successo senza sudore e fatica. Questa la lezione che ci arriva dai nostri ragazzi.
 
Tutto ciò dovrebbe farci riflettere ed aiutarci a capire che i grandi risultati possono essere raggiunti. Certo. Ma solo grazie ad impegno,
applicazione, amore per ciò che si fa. In una parola: passione. è questa l’unica forza che ti premette di andare sempre avanti. Sempre oltre.

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Pubblicato il 14 Luglio 2010
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