Il prevosto richiama gli amministratori: “Più attenzione ai poveri e agli stranieri”

Nell'omelia per San Cristoforo don Franco Carnevali parla del problema della casa, della povertà, dell'accoglienza. Su nomadi e moschea chiede "scelte attente non agli interessi politici, ma alle persone"

Una città di pietre vive, che abbia al centro il valore della persona, di tutte le persone. Che sappia accogliere gli stranieri e prendersi cura dei più poveri. Nell’omelia della Messa per il patrono San Cristoforo monsignor Franco Carnevali ripercorre i luoghi della città e chiede maggiore accoglienza: «Il futuro della città – ha concluso – sarà ancora migliore se le radici cristiane non saranno solo citate nello Statuto Comunale, ma diventeranno frutti belli e numerosi di accoglienza, giustizia, onestà, ricerca del bene comune e generoso volontariato». Alla santa Messa per il patrono hanno partecipato numerosi amministratori di maggioranza e opposizione, a partire dal sindaco Nicola Mucci, dal vicesindaco Paolo Caravati e ad altri membri della giunta.
 
Un appello non certo solo teorico, quello del decano della città: in apertura di omelia don Franco ha citato subito il Piano di Governo del Territorio, che indicherà come crescerà la città. Di qui una serie di passaggi riguardanti vari luoghi della città, con riferimenti in particolare all’accoglienza degli stranieri, all’aiuto ai più poveri e fragili. Il prevosto ha fatto anche un riferimento esplicito alla stretta attualità, al «problema del campo nomadi» che dimostra come vi siano problemi e difficoltà, «ma ci interpella e chiede risposte non legate ad interessi politici, ma attenti alle persone, specie ai più piccoli, che devono essere aiutati a crescere in modo diverso da quanto stanno sperimentando». Un riferimento trasparente ad una questione tornata alla ribalta dopo che l’amministrazione ha respinto il progetto di integrazione proposto dalle associazioni cattoliche e ha confermato la volontà di sgomberare il campo.
Altro tema caldo, quello dei luoghi di culto (la bozza del Pgt non prevede nuove aree) e quindi, indirettamente, all’annosa questione della moschea. Don Carnevali ha ricordato «la storia impegnata di cristianesimo» della città, ma ha anche ricordato le sfide poste dalla società multietnica e multireligiosa: «Nel nostro futuro ci sarà posto per luoghi di culto di altre religioni?». Domanda che interpella tutti, ma soprattutto i credenti, per «una corretta e positiva adesione al Vangelo».
 
Se queste sono questioni che riguardano le minoranze, un richiamo più ampio è venuto sul problema-casa, che rimane un’emergenza in Italia e anche a Gallarate, nonostante la grande crescita edilizia: «È compito di tutti fare in modo che ogni famiglia abbia una casa dignitosa. Purtroppo non sempre avviene: costi elevati, costruzioni eccessivamente lussuose, numerose case sfitte, la povertà crescente, l’egoismo di chi ha troppo e anche di chi non si cura di ciò che gli viene offerto o cerca di approfittarsi della generosità». In particolare il decano ha chiesto anche «scelte a favore della famiglia, interventi coraggiosi e qualificanti». Don Franco ha infine chiesto anche una maggiore attenzione alla «corretta gestione delle risorse» impegnate nella cultura e al volontariato in questo settore, perchè non diventi elitaria ma sia «realmente popolare, senza scadere di livello».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Luglio 2010
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