L’assalto alla ‘ndrangheta lombarda? Merito dei carabinieri di Varese
Fu un manipolo di uomini del comando provinciale a tracciare la strada che ha portato alla maxi-operazione da 300 arresti di martedì scorso, grazie all'operazione Bad Boys
Se oggi sappiamo come la ‘ndrangheta si è organizzata in Lombardia lo dobbiamo principalmente ad un manipolo di uomini coraggiosi che, con pochi mezzi a disposizione, hanno fatto luce sul progetto federalista della ‘ndrangheta lombarda. Tutto è comincato con Bad Boys, pochi carabinieri sotto il comando dell’allora comandante provinciale di Varese, Claudio Criscuolo, che volle fortemente questa indagine.
Mesi e poi anni di intercettazioni, pedinamenti, indagini a tutto campo che permisero di aprire uno squarcio di luce su una provincia che si scoprì, proprio per mezzo di quell’indagine, debole e omertosa di fronte all’avanzata minacciosa della ‘ndrangheta. Grazie all’imponente mole di lavoro portata avanti con fierezza e con umiltà si scoprì che gli imprenditori che finivano nel vortice oscuro dell’usura e del racket delle estorsioni non parlavano, non denunciavano e si facevano sfilare il loro lavoro costruito con tanta fatica negli anni.
Poi è arrivata l’operazione "Crimine" della dda di Milano che ha preso le mosse da quelle prime ricostruzioni che, seppur condotte da pochi uomini, seppero fornire un’ottima base dalla quale è scaturita tutta l’inchiesta lombarda che, ricordiamo, ha decapitato l’intero sistema delle locali di ‘ndrangheta lombarde. A quegli uomini molti imprenditori, oggi, possono dire grazie e nutrire un po’ più di fiducia nelle Forze dell’Ordine. Oggi gli uomini arrestati in quell’aprile del 2009 sono alla sbarra del tribunale di Busto Arsizio e uno di loro, Mario Filippelli, è già stato condannato a 13 anni di carcere.
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