La musica delle Ande a Villa Cagnola: tornano gli Inti Illimani
Lo storico gruppo sarà in concerto sabato 24 luglio, alle 21 per la rassegna "Musica in villa"
Continua la rassegna “Musica in Villa” che sabato 24 luglio, alle 21, vedrà come protagonisti a Villa Cagnola gli Inti Illimani. Lo storico gruppo suonerà sotto il portico della splendida villa e proporrà le sue ultime sperimentazioni sonore.
Gli Inti Illimani sono Jorge Coulon Larrañaga, Marcelo Coulon, Juan Flores, César Jara Adamas, Daniel Cantillana, Christian González, Manuel Meriño, Efrén Viera.
IL GRUPPO
L’avventura degli Inti-Illimani parte nel lontano 1967, quando un gruppo di studenti si incontra all’Università Tecnica di Santiago con il sogno di diventare ingegneri. Ma cambiano obiettivi e danno vita al progetto Inti-Illimani, che in dialetto Ayarnara vuol dire: sole dell’Illimani, una montagna nelle vicinanze di La Paz in Bolivia. E già nell’anno successivo partono per una lunghissima tournée in Argentina. Da questo periodo inizia la anche la loro attività compositiva, con
la partecipazione alle prime compilations dedicate alla rivoluzioni in America Latina. Mano mano il gruppo, questo singolare “insieme di artisti senza nome”, comincia ad assumere la struttura che presto si imprimerà nella memoria collettiva: un affondare nelle radici della musica tradizionale latino-americana all’interno di una possente e mobilissima orchestrazione fatti di strumenti a fiato, ad arco, di percussioni, fino a raggiungere persino il numero di oltre trenta elementi in scena. Il 1972 è comunque l’anno delle grandi tournées in America Latina e della prima formazione stabile composta da Max Berrù, Josè Miguel Camus, Jorge Coulon, Horacio Duran, Horacio Salinas e Josè Seves. L’anno successivo segna infine l’avvento sulla scena discografica mondiale con due lavori dal titolo “Viva Chile” e “Cantos de Pueblo Andinos”. In Italia conquistano il disco di platino e il nostro paese diventa, ma oramai è storia nota, il loro nuovo paese d’adozione a causa dell’esilio cui vengono sottoposti in conseguenza del golpe di Pinochet. Da questo momento in poi il loro successo nel mondo non conosce soste e da ciò scaturiscono anche infinite collaborazioni a tutti i livelli. Infine, nel 1988, arriva anche per loro la possibilità tornare in Cile. Gli Inti-Illimani sono ormai l’emblema di un inarrestabile messaggio di pace. Conferma di questo è la partecipazione al grande concerto a Amnesty International in compagnia di Bruce Springsteen, Sting, Peter Gabriel, Tracy Chapman, Youssou’n, Dour e tanti altri. Gli anni novanta sono all’insegna delle grandi tournées negli Stati Uniti, in Turchia, ancora in Italia, in Giappone, in Spagna, in Australia,
in Polonia, ancora una volta condividendo il palco con grandi artisti come Miriam Makeba e Mercedes Sosa. La nuova finestra che si apre per gli Inti è legata alla collaborazione con le grandi orchestre. Nel cosiddetto “Programma Sinfonico” trova spazio un’ennesima fusione di generi musicali, la musica colta con quella più popolare, brani di grandi compositori latini come Villa Lobos, Ginastera, Moncayo, con brani del loro stesso repertorio. Gli arrangiamenti orchestrali sono
opera del compositore cileno Josè Miguel Tobar e del maestro Roberto De Simone. Tra i progetti paralleli che segnano l’assoluta novità del loro odierno percorso musicale, è da annoverare la lunga serie dei Tributi a Victor Jara, il grande artista cileno che venne giustiziato con l’avvento del dittatore Pinochet. Un simbolo del loro paese d’origine e un grande punto di riferimento per la loro opera musicale. Tra i primi eventi live che li ha visti coinvolti nel progetto Jara, è da ricordare il concerto “Tributo” all’interno del Royal Festival Hall a Londra, a cui parteciparono anche artisti del calibro di Peter Gabriel e Emma Tompson.
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