Ma nel sud della provincia continua il caldo: e gli anziani si organizzano
Viaggio tra chi il caldo lo soffre di più, e svela quali sono le armi segrete per combatterlo
Caldo. Caldo maledetto, quaggiù in bassa provincia, e viene quasi paura a pensare a quelli che sono nella Bassa per davvero. Il temporale della notte ha fatto molto rumore e portato non poca acqua, ma nessuna frescura. Quei forse due gradi in meno di caldo sono stati più che validamente rimpiazzati, nel tentativo di nuocere agli umani, da un’umidità che ammazza. Sembra di respirare acqua. Se lo weekend è stato pesante, nemmeno il lunedì ha scherzato. Massime sui 31-32, dopo giorni di calura africana, e se proprio seiete curiosi, ecco le temperature in tempo reale di oggi. Diciamolo, le ultime estati dopo quella mostruosa del 2003 ci avevano un po’ viziati. A soffrire, adesso, sono per primi malati e persone molto anziane, come dimostrano alcuni episodi di ieri che hanno mobilitato vigili del fuoco e pronto soccorso. In realtà, non siamo all’emergenza: è solo difficile abituarsi alla canicola quando meno di un mese fa si rabbridiva con un maglioncino leggero addosso.
Siamo nella normalità si è detto: e andiamo a cercarla, la normalità. Andiamo a cercarla in uno di quei tipici club, circolini e circoloni frequentati per lo più da anziani e pensionati, per capire come si affronta questa stagione. È il club annesso al campo da gioco del CAS Sacconago, in via Monte Grappa, ad accogliere il cronista "in umido". Nessuno resiste all’aperto sotto la tempesta di sole del mezzogiorno; l’interno con la sua penombra discreta offre riparo. Chiariamo innanzitutto una cosa: soffrire il cado, a volte, è cosa da giovani. C’è chi, negli "anta" da un po’, se ne fa un baffo e lo dice. «Per me la temperatura va bene d’estate e d’inverno» fa un avventore spavaldo di fronte alle intemperie. «Mare o montagna, io ci sono». Il clima è debitamente allegro, a suon di battute. «Diciamolo, quelli che stan bene sono quelli a casa in pensione» punzecchia allegro un altro. «È chi va in giro a lavorare che soffre». Grazie per la solidarietà, pensa il cronista scollandosi la camicia dalla schiena. «Mal che vada si va a fare la spesa al supermercato…» ed eccolo un altro dei grandi miti dell’estate rovente per grandi e piccini, il centro commerciale condizionato, ultimo rifiugio di chi si trova l’Amazzonia in cucina e il Sahara in camera da letto. Oppure lo studio del dottore: «Ci sono andato l’altro giorno, era così fresco che ero andato lì con la pressione alta, ma mi è scesa…»
Sotto due provvidenziali ventole che movimentano gradevolmente l’aria, stazionano un pugno di pensionati e qualche raro "giovane" (qui si è "giovani" fino alla pensione ndr) di passaggio, più il gestore, Franco Mara. Armi segrete contro il caldo? Il bianchetto al tavolo, una birra fresca e leggera. Il condizionatore ci sarebbe pure, ma anche quando nel pomeriggio il locale si riempie con tutti i tesserati e si scatenano epiche partite a carte il suo soffio, per rinfrescante che sia, da molti non è gradito. Quel che si guadagna in gradi di temperatura e vivibilità si rischia di perdere in infreddature e disturbi respiratori, che superata una certa età sono decisamente da evitare. «Io a volte lo metto, ma poi c’è chi si lamenta…» C’è anche chi non la usa affatto, proprio per queste ragioni. All’istituto la Provvidenza, dove ci sono "grandi anziani" spesso davvero in condizioni di salute fragili, da tempo hanno adottato altri sistemi, fidando sulla ventilazione naturale.
Ma forse, l’arma segreta vera e propria è la compagnia, il buonumore, il fatto stesso di stare insieme. Qui, come altrove, qui come ai pomeriggi di Auser, come in tutti i circoli e circoloni, come in ogni bar degli ottomila Comuni d’Italia, quelli che vedi fermo al semaforo mentre viaggi sotto il solleone, con gli anziani sulla sedia di paglia, il tavolino con i bicchieri davanti, a vedere scorrere la vita con gli amici. Chi è solo è più vulnerabile. Chi ha un amico, una compagna di vita, un vicino cui affidarsi è anche più forte di fronte a queste piccole offese che il clima di tanto in tanto ci reca.
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