‘Ndrangheta al Ciglione, lo stupore di Cardano
L'indagine sulle infiltrazioni in Lombardia delle cosche calabresi ha evidenziato anche alcuni incontri al crossodromo sulla 336. Stupito il sindaco Aspesi, ignari i titolari del motoclub
L’indagine sulla ‘ndrangheta in Lombardia e in Calabria tocca anche Cardano al Campo. Lo fa di striscio, ma in maniera sostanziosa. In pratica dalle indagini degli inquirenti e degli investigatori è venuto fuori che i capi delle cosche lombarde legate alla ‘ndrangheta si sono riuniti almeno tre volte al Ciglione della Malpensa tra il 2008 e il 2009, il crossodromo teatro di numerose manifestazioni sportive e non solo: i vertici delle “locali” sono stati filmati e ripresi dalle telecamere sistemate dai carabinieri. Noleggiavano la sala del ristorante-bar e lì discutevano degli affari e dell’organizzazione dell’associazione criminale: una dinamica vista più volte, da Paderno Dugnano all’interno del circolo Falcone e Borsellino fino al Santuario della Madonna di Polsi a San Luca, nel Reggino. Il fatto che sia successo a Cardano al Campo non può non destare stupore ed il primo a dirsi sorpreso è il sindaco del paese Mario Anastasio Aspesi: «Non ne sapevo nulla e la cosa mi lascia di stucco – spiega Aspesi -. Non ci sono mai entrato e non so nemmeno a chi sia stato dato in gestione il locale. Credo sia stato scelto perché “comodo”: è sulla superstrada 336, facilmente raggiungibile da più parti. Penso sia una sorta di non luogo, come quelli scelti per i ritrovi di quelli dell’eolico. Non ho mai avuto la percezione di pressioni particolari, a Cardano abbiamo messo in piedi numerosi cantieri e lavorato con ditte di tutta Italia, da Gela a Napoli fino a Milano e Borgomanero. Nel mio territorio non ci sono mai stati episodi degni di nota sotto il punto di vista di azioni criminali legate a racket o cose simili. Certo, fa piacere che le forze dell’ordine siano arrivate a sradicare una organizzazione così radicata anche al Nord». All’oscuro di tutto anche il presidente del Motoclub MV Gallarate, Angelo Verona, che da anni gestisce l’impianto: la società ha ristrutturato l’intera area ristorazione, compresi gli impianti interni e ha poi dato in gestione la somministrazione di cibi e bevande ad una società esterna. Anche questa non viene citata nell’ordinanza: «Il presidente e il consiglio direttivo – si legge in una nota dell’associazione sportiva ASD Moto Club M.V. Gallarate -, sbigottiti ed increduli, di fronte a quanto emerso nelle ultime ore in riferimento alla struttura, peraltro aperta a tutti come ogni impianto sportivo, si dichiarano pronti a collaborare, se chiamati, con le autorità competenti, fornendo la massima collaborazione per permettere al Crossdromo Ciglione Malpensa di continuare ad essere un luogo di sport e di aggregazione sociale».
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