Telemedicina per pazienti con problemi respiratori
Una convenzione tra azienda ospedaliera varesina e Asl permetterà di seguire i pazienti a casa propria grazie alla ossigenoterapia domiciliare
L’Azienda Ospedaliera ha stipulato una convenzione con l’ASL di Varese per attivare una
sperimentazione della durata di sei mesi (luglio-dicembre) che consente il monitoraggio telematico domiciliare di pazienti con gravi problemi respiratori, che possono così evitare il trasferimento in ospedale, spesso in ambulanza, per sottoporsi agli accertamenti necessari al rinnovo del piano terapeutico.
Il nuovo servizio, che coinvolgerà personale dell’U.O. Pneumologia, potrà essere attivato per i
pazienti allettati con grave insufficienza respiratoria e in ossigenoterapia residenti nei distretti di
Varese, Arcisate, Cittiglio, Luino ed Azzate. Fino ad ora, questi pazienti, per ottenere il rinnovo
della prescrizione dell’ossigenoterapia domiciliare, dovevano recarsi in ospedale per sottoporsi ad
una visita oppure, nei casi più gravi, ricevevano il medico a domicilio che eseguiva un prelievo
ematico.
Grazie a questa convenzione, non sarà più necessario recarsi in ospedale e le visite saranno più
dettagliate e complete, dal momento che sarà possibile monitorare frequentemente il paziente per 3-
4 giorni consecutivi, valutando di conseguenza con maggiore precisione l’opportunità di rinnovare
il piano terapeutico e con quale modalità di erogazione dell’ossigeno.
Secondo quanto previsto dalla convenzione, un’infermiera professionale del team di telemedicina, dietro segnalazione dell’ASL, si reca a casa dal paziente per un incontro di tipo assistenziale-educativo, spiegandogli come utilizzare le sonde per trasmettere in via telematica i parametri da monitorare. Il monitoraggio si protrae per 3-4 giorni, controllando la capacità respiratoria del paziente in vari momenti del giorno e della notte, e durante lo svolgimento di diverse attività. Il controllo, inoltre, si estende allo stato di salute complessivo del paziente. Al termine di queste rilevazioni, lo pneumologo decide se rinnovare la terapia e in quali modalità. A quel punto l’infermiera torna al domicilio del paziente e lo aiuta a capire come comportarsi per ottimizzare gli effetti della terapia, instaurando un rapporto che non è quindi puramente clinico, ma assistenziale nel senso più ampio del termine.
Secondo quanto previsto dalla convenzione, un’infermiera professionale del team di telemedicina, dietro segnalazione dell’ASL, si reca a casa dal paziente per un incontro di tipo assistenziale-educativo, spiegandogli come utilizzare le sonde per trasmettere in via telematica i parametri da monitorare. Il monitoraggio si protrae per 3-4 giorni, controllando la capacità respiratoria del paziente in vari momenti del giorno e della notte, e durante lo svolgimento di diverse attività. Il controllo, inoltre, si estende allo stato di salute complessivo del paziente. Al termine di queste rilevazioni, lo pneumologo decide se rinnovare la terapia e in quali modalità. A quel punto l’infermiera torna al domicilio del paziente e lo aiuta a capire come comportarsi per ottimizzare gli effetti della terapia, instaurando un rapporto che non è quindi puramente clinico, ma assistenziale nel senso più ampio del termine.
I pazienti già segnalati alla Pneumologia di Varese per accedere a questo servizio sono 12, ma il numero atteso e di circa 30, almeno per questi sei mesi di sperimentazione.
«Questa convenzione ci permette di aggiungere un altro tassello per avere un quadro sempre più
completo dei sistemi moderni di teleassistenza dei pazienti cronici a domicilio – ha commentato il
dott. Fausto Colombo, Direttore della Pneumologia del Circolo, molto soddisfatto dell’iniziativa –
In questo modo ci si pone in linea con quanto sottolineato dal Ministro Fazio: utilizzare i sistemi
moderni che la telematica mette a disposizione per far fronte sempre più e sempre meglio alle esigenze di una popolazione che invecchia e che sempre più spesso si trova a convivere con la
cronicità».
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