“Comuni subito protagonisti dello sviluppo degli aeroporti”
L'Ancai, associazione dei Comuni aeroportuali, chiede al governo e ad Enac partecipazione attiva nell'allargamento degli scali aeroportuali
«I Comuni chiedono di essere coinvolti nelle politiche di sviluppo aeroportuale fin dal primo giorno, non sempre a giochi fatti. Senza protagonismo, il ruolo dei Comuni si ridurrà solo alla protesta». E’ questo il commento del sindaco di Cardano al Campo e presidente Ancai Mario Anastasio Aspesi a proposito delle conclusioni del convegno nazionale Ancai di sabato a Cinisi, in provincia di Palermo, di fronte al presidente dell’Enac Vito Riggio.
Si è svolto sabato, nella splendida cornice del Palazzo dei Benedettini, sede del Comune di Cinisi, in provincia di Palermo, il nono convegno nazionale dell’Associazione Nazionale dei Comuni Aeroportuali Italiani (ANCAI), dal tema “Aeroporti e comuni, un confronto in evoluzione”. All’appuntamento hanno partecipato, oltre ai rappresentanti dei 40 comuni aeroportuali italiani aderenti ad ANCAI, il presidente dell’Enac Vito Riggio, il presidente di Ancai Mario Anastasio Aspesi (Sindaco di Cardano al Campo) ed il vicepresidente Mario Canapini (Sindaco di Fiumicino), il Sindaco di Cinisi Salvatore Palazzolo e, in rappresentanza del Governo, l’on. Giacomo Terranova, componente della Commissione trasporti della Camera dei Deputati.
Dall’intenso dibattito – che ha visto una folta partecipazione anche da parte di amministratori locali e della cittadinanza dei comuni di Cinisi e Terrasini, limitrofi allo scalo “Falcone e Borsellino” di Palermo – sono emersi alcuni temi che ANCAI vuole mettere in evidenza:
1) la necessità di approvare, in tutti gli aeroporti italiani, a 13 anni dalla istituzione delle Commissioni aeroportuali, la corretta zonizzazione acustica, che non può essere la riproposizione della impronta acustica ma che deve tenere conto (come previsto dalle normative italiane ed europee) dei piani urbanistici vigenti, come correttamente è accaduto a Firenze, a Bologna ed a Ciampino e come, purtroppo, non è accaduto in molte altre realtà italiane. A tal proposito, ANCAI si rende disponibile a sostenere le ragioni di tutti i comuni, affiancandoli con rappresentanti qualificati nelle Commissioni aeroportuali e nelle sedi che verranno ritenute opportune;
1) la necessità di approvare, in tutti gli aeroporti italiani, a 13 anni dalla istituzione delle Commissioni aeroportuali, la corretta zonizzazione acustica, che non può essere la riproposizione della impronta acustica ma che deve tenere conto (come previsto dalle normative italiane ed europee) dei piani urbanistici vigenti, come correttamente è accaduto a Firenze, a Bologna ed a Ciampino e come, purtroppo, non è accaduto in molte altre realtà italiane. A tal proposito, ANCAI si rende disponibile a sostenere le ragioni di tutti i comuni, affiancandoli con rappresentanti qualificati nelle Commissioni aeroportuali e nelle sedi che verranno ritenute opportune;
2) l’obbligo di utilizzare il 7% degli investimenti previsti nel bilancio dei gestori aeroportuali (da anni previsto per legge ma ancora mai messo in pratica) per gli interventi di mitigazione ambientali, ed in particolare per gli interventi di risanamento e mitigazione dei territori in cui è già stata approvata la zonizzazione acustica;
3) la richiesta ad Enac ed al Governo di partecipare attivamente alla stesura del Piano nazionale del trasporto aereo, più volte annunciato negli ultimi anni ma ancora non operativo, che viene considerato da ANCAI lo strumento adatto alla pianificazione del futuro degli scali e dei territori in modo da fermare la tendenza a pianificare, come è accaduto fino ad oggi, lo sviluppo degli aeroporti solo tra enti gestori e compagnie aeroportuali, escludendo i comuni;
4) l’introduzione della V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) come criterio obbligatorio per la pianificazione di ogni possibile sviluppo aeroportuale (nuovi aeroporti e sviluppo degli esistenti), in modo da rendere questo compatibile con i territori;
5) rispetto della normativa italiana ed europea in tema di divieto dei voli notturni dalle ore 23.00 alle ore 6.00 in tutti gli aeroporti italiani e attivazione di un monitoraggio atmosferico costante nei comuni aeroportuali;
5) rispetto della normativa italiana ed europea in tema di divieto dei voli notturni dalle ore 23.00 alle ore 6.00 in tutti gli aeroporti italiani e attivazione di un monitoraggio atmosferico costante nei comuni aeroportuali;
6) la certezza della regolare erogazione delle spettanze relative alla tassa dei diritti di imbarco, unico rimborso (parziale) ai servizi che i comuni tutti i giorni debbono garantire nelle aerostazioni.
I Sindaci aderenti ad ANCAI, apprezzando la disponibilità del Presidente dell’Enac e del rappresentante del Governo ad ascoltare le ragioni dei comuni, chiedono ai due enti di essere convocati per mettere in pratica le richieste elaborate nel corso del convegno di oggi.
Di seguito le dichiarazioni del sindaco di Cardano al Campo e presidente Ancai Mario Anastasio Aspesi:
«Abbiamo chiesto al presidente di Enac Riggio e al componente della commissione trasporti, on. Terranova, l’impegno a favorire il riconoscimento di un ruolo più attivo ai Comuni nelle politiche di sviluppo aeroportuale del nostro Paese. Entrambi hanno ben compreso che l’obiettivo del convegno era quello di riaffermare il principio che i Comuni vogliono contribuire allo sviluppo del trasporto aereo da protagonisti e non solo, come successo finora, chiamati a cose fatte all’ultimo momento. Chiediamo di essere coinvolti dal primo giorno nelle decisioni strategiche sullo sviluppo degli aeroporti, per evitare che ai sindaci tocchi soltanto il ruolo della protesta a posteriori. Lo stesso presidente Riggio, da costituzionalista, ci ha ricordato che la Costituzione riconosce pari dignità e mette sullo stesso livello le autonomie locali, Comuni, Province e Regioni, e lo Stato centrale, dando a ciascuno un ruolo di attore fondamentale nelle vicende dei cittadini e dei territori, senza gerarchie.
Ecco perché per la terza pista e i piani di sviluppo dell’aeroporto di Malpensa chiediamo la VAS e non la VIA: coinvolgendo i Comuni in fase di elaborazione delle decisioni diventerebbe tutto molto più facile».
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