“Diecimila imprese lombarde le abbiamo garantite noi”
Presentato nella sede di Confesercenti il nuovo ente di garanzia a carattere nazionale, Italia Com-Fidi, che raggruppa i confidi di Lombardia, Veneto, Toscana e Piemonte
Si è scomodato da Viareggio Massimo Vivoli (amico personale di Marcello Lippi, dice lui in apertura di conferenza stampa), per venire a presentare il nuovo Italia Com-Fidi alla Confesercenti di Varese. La ragione è semplice: la nuova creatura, che comprende i confidi di Veneto, Piemonte, Lombardia e Toscana, «è il primo consorzio del terziario a carattere nazionale. Garantisce 4 miliardi e mezzo di euro a imprese in tutta Italia, puo’ contare su un capitale di 87 milioni di euro e 200 consulenti con esperienza». Questi i dati snocciolati da Vivoli, presidente del neonato consorzio, nonché vicepresidente nazionale di Confesercenti.
Italia Com-fidi è nato ufficialmente il 5 maggio di quest’anno, ottenendo in soli quattro mesi il riconoscimento di ente di garanzia da parte della Banca d’Italia. La logica è quella messa in pratica da quasi tutte le associazioni di categoria a partire dall’inizio della crisi economica (come, ad esempio, la recente operazione di Cna Lombardia). Fare massa e ottimizzare le risorse è infatti l’unico modo per scardinare la diffidenza delle banche. Quindi se da una parte gli istituti di credito chiudono le porte in faccia alle imprese che chiedono soldi per le loro attività, dall’altra i confidi, fornendo le garanzie richieste, li costringono a riaprirle. «In tempi così difficili – aggiungono Cesare Lorenzini e Gianni Lucchina, vertici varesini di Confesercenti – la nascita di questo confidi è un bel segnale perché rende più forte ed efficiente un servizio per i nostri associati. Insomma, in un periodo dove tutti si dividono noi abbiamo unito a partire da Rete imprese Italia».
In Lombardia si sono rivolti all’ente di garanzia di Confesercenti almeno 10 mila imprese, 1000 solo in provincia di Varese e Como. La sofferenza si attesta tra il 5 e il 6 %, percentuale sensibilmente più alta rispetto alla media nazionale. «Abbiamo prestato garanzie – concludeVivoli – non solo per il credito necessario nel breve periodo, ma anche a sostegno dell’innovazione delle imprese. Il sistema bancario ha dato una risposta positiva, perché abbiamo fatto convenzioni con il gruppo Mps (Monte dei Paschi di Siena), con le Bcc (banche di credito cooperativo), l’Ugf (Gruppo Unipol). E sono in consiglio di amministrazione per l’approvazione le convenzioni con Ubi e Banca Intesa-San Paolo».
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