Sandy Cane ai dipendenti ribelli: “Ho diritto al cazziatone”

Dipendente impugna provvedimento disciplinare. La sindaca leghista afroamericana è troppo severa? Lo deciderà il giudice, ma uscendo dall'udienza spiega quel è il suo pensiero

Sandy CaneE’ dispiaciuta per la piega che hanno preso alcune vicende ma difende il suo modo di fare, forse un po’ irruento ma a suo dire genuino. Sandy Cane, il sindaco di Viggiù, donna, afroamericana, leghista, ha avuto alcune discussioni con i dipendenti del comune di Viggiù che sono finite, nei giorni scorsi, davanti al giudice.  Lei va decisa per la sua strada, e afferma di aver diritto a sgridare chi non esegue gli ordini. E’ questa la posizione che il borgomastro espirme, in particolare, dopo l’udienza di mercoledì davanti al giudice del lavoro Elena Fumagalli, a seguito dell’impugnazione contro un provvedimento disciplinare da parte di una dipendente comunale. «Io ho diritto a fare rimproveri, anche i cazziatoni possono essere giusti, anche io li ho ricevuti, a volte, e non mi sono offesa – dichiara il sindaco uscendo dal tribunale dove ha assistito all’udienza – in fondo se dò un compito, credo sia giusto che venga assolto».

Tre dipendenti l’hanno citata davanti al giudice per tre distinte vicende di presunte vessazioni. Riassumendo:  la sindaca è stata prima citata per mobbing da un’assistente sociale ma lo scontro si è già risolto in sede di conciliazione con reciproca soddisfazione. L’altro giorno si è invece discusso in aula una presunta ingiustizia fatta alla comandante dei vigili: secondo il sindaco, tuttavia, era stato un semplice richiamo; il borgomastro leghista voleva una ordinanza antialcool che non è stata fatta nei tempi da lei richiesti.

In questa causa, la dipendente è difesa dall’avvocato Pasquale Mantello che ha rivolto una serie di richieste per chiudere la vicenda, che il legale classifica come «ipotesi conciliative che il giudice sta valutando». Secondo Sandy Cane, tra le ipotesi conciliative ci sarebbero il pagamento delle spese legali e una lettera in cui il sindaco deve riconoscere anche la bravura della dipendente comunale. «Non faccio nessuna lettera – dichiara il primo cittadino  – avevo diritto a fare un richiamo, e poi non è vero che sono troppo severa, il giorno prima dell’udienza ero in comune con alcuni dipendenti, e abbiamo riso e scherzato tranquillamente». Non ci sarà tuttavia la stessa lieta atmosfera nella prossima udienza in tribunale, per una terza vicenda di rimproveri: anche in questo caso una dirigente ha impugnato un provvedimento disciplinare e si andrà alla discussione. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Settembre 2010
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