Tutti clandestini per un giorno
Venerdì 24 settembre, in Piazza Podestà, arriva il "gioco del Clandestino" per sensibilizzare sulle difficoltà incontrate dai migranti nel nostro paese. Una giornata contro le discriminazioni
Come nel Monopoli il rischio di ripartire dal via è grande, così come lo sono gli imprevisti che si possono trovare lungo il percorso. Nel gioco del clandestino, le cui regole si ispirano alle leggi italiane che riguardano i migranti, le pedine devono affrontare parecchie difficoltà. Le stesse difficoltà che molti stranieri nella realtà cercano di superare, ma in questo caso purtroppo la situazione ha poco a che vedere con i giochi. Per sensibilizzare sulla situazione degli immigrati nel nostro paese anche Varese aderirà al Clandestino Day, una giornata promossa in altre 105 città italiane dal giornale Carta (www.carta.org). Venerdì 24 settembre il Coordinamento migranti (una rete che raggruppa moltissime associazioni della nostra provincia) organizzerà numerose iniziative in Piazza Podestà. «Si terrà in particolare un minitorneo del Gioco del clandestino al quale potranno partecipare tutti – spiega Alessandra Pessina della Uisp -. Un modo coinvolgente per comprendere quanto sia tortuoso il percorso di un migrante che vuole diventare regolare in Italia». Il tema centrale di tutta la giornata è infatti quello della clandestinità che, come ha sottolineato Oriella Riccardi della Cgil Varesina, «sembra essere diventata un passaggio obbligatorio nella vita di ogni immigrato».
Questo perché, irregolari, molte volte lo si diventa dopo aver già da tempo varcato il confine. «C’è un’immagine distorta nel sentire comune – ha aggiunto Sergio Moia della Cisl -. I clandestini non sono quelli che arrivano con i barconi come spesso si pensa o si è portati a pensare. Sono invece persone, che arrivano in Italia regolarmente, con il visto turistico e che dopo la scadenza del documento diventano irregolari. Questo è dovuto in particolare alla legge Bossi Fini, un provvedimento completamente inadeguato per la realtà del nostro paese. È necessario un cambio strutturale. Questa legge che non funziona obbliga poi a prendere provvedimenti tampone come le sanatorie o i decreti flussi. Ben vengano dunque altre soluzioni come la recente proposta di decreto di "miniflussi" che prevede l’ingresso di cinquemila stranieri per ottenere una qualifica professionale e altri cinquemila per il tirocinio formativo. Questo è un modo interessante di mettere le basi alla regolarità». Secondo Giulio Rossini di Arci Varese «è necessario comunicare il messaggio dell’integrazione in modo positivo. Dobbiamo sempre ricercare il dialogo, anche nei gruppi sociali dove c’è maggiore resistenza su questi temi». In piazza Podestà il movimento Ubuntu presenterà inoltre le opere d’arte di un ex clandestino, oggi immigrato regolare. «Un modo – spiega Thierry Dieng dell’associazione – per spiegare la ricchezza di idee e di innovazione che queste persone apportano alla società italiana». Il senso della giornata di venerdì proseguirà in futuro con un progetto che coinvolge anche le scuole. «È la quotidianità delle persone che permette davvero di superare il nucleo della paura verso lo straniero – ha detto Ruffino Selmi delle Acli -. La clandestinità è qualcosa che si ripete nella storia, è tipica delle migrazioni italiane ad esempio. È una categoria nostra che assume significato preoccupante solo quando diventa un criterio di discriminazione».
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