“Aiuteremo la ragazzina picchiata a tornare a scuola”

Siamo tornati alla media Dante Alighieri dopo l'episodio dell'aggressione razzista contro una studentessa originaria dell'Ecuador. La scuola prenderà posizione

La professoressa Lidia Munaretti allarga le braccia e va diretta: «Siamo colpiti e amareggiati, soprattutto come genitori, prima ancora che come educatori. Mi faccia dire però una cosa importante. Noi cercheremo in ogni modo di aiutare la famiglia della ragazzina di 13 anni aggredita fuori dalla scuola. In questi giorni, tanti genitori ci hanno chiesto una presa di posizione netta – aggiunge la vicepreside con funzione di vicaria – beh, posso dire che certamente presto lo faremo».
Non ci sarà tempo di riunire il consiglio di istituto, che in questo momento non è insediato; la Dante Alighieri è infatti parte di un istituto comprensivo che eleggerà a novembre le proprie rappresentanze. Ma la vicepreside ha sentito genitori, insegnante e il dirigente. Ed e’ preoccupata per la piega mediatica che ha preso la vicenda: «Abbiamo gli occhi puntati addosso. Penso a come possa sentirsi la ragazzina, che da un lato ha vissuto questa brutta avventura, dall’altro ha capito di essere finita sui giornali e questo non aiuta la sua serenità». Una delle prime azioni che la scuola vorrà fare è certamente un contatto con la famiglia: «Vanno aiutati, sostenuti, ci parlerò ancora, vogliamo che la ragazza torni in classe e che sia tutelata, Sappiamo che si sente un po’ spaventata, in questo momento, e per questo stiamo pensando al modo migliore per intervenire».
La bimba dell’Ecuador oggi è in ospedale in osservazione, forse perché condizionata un po’ dalla paura: 13 anni è un’età delicata, un’esposizione di questo tipo può segnare, e se anche non ha fratture c’è il rischio che si senta emarginata. Mamma Erika è forte ma ha bisogno di aiuto, chi non ha una rete di parentele e solidarietà diffuse può essere esposto alla solitudine di fronte a una storia che, nel microcosmo della città, è diventata spinosa.
Ma non c’è nessun giallo. Sulla vicenda giudiziaria si è già detto, ma a scanso di equivoci va ribadito che la polizia locale ha verbalizzato il nome dell’aggressore e che lo trasmetterà presto alla procura: la mamma ha presentato denuncia contro ignoti, tuttavia la polizia locale ha ascoltato l’uomo nell’immediatezza dei fatti, e ha verbalizzato anche le parole dei testimoni.
La scuola, nel frattempo, deve affrontare una vera sfida educativa, soprattutto nei confronti di tutti i suoi studenti. Ci sono persino insegnanti di altri istituti che rimuginano sull’idea di fare un presidio. La Dante Alighieri non vuole uscirne passivamente : «Stiamo riflettendo tutti sul da farsi – sottolinea la professoressa Munaretti – probabilmente ci sarà la necessità di una riflessione educativa più ampia. Bisogna far capire ai ragazzi che le cose non si possono risolvere con la violenza. Di fronte all’uso della forza da parte di una persona su un’altra ci perdono tutti e non ci guadagna nessuno. Di più – aggiunge la professoressa – non riesco neanche a immaginare come un adulto possa mettere le mani addosso a una ragazzina. Ammesso e non concesso che gli abbia detto qualcosa, nulla può giustificare una reazione del genere».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Ottobre 2010
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