“Bonus bebè, ricorreremo in Cassazione”

Presa di posizione del sindaco Candiani che però conferma che deciderà il consiglio comunale. Una quarantina le famiglie che non hanno potuto accedere al contributo e che dovranno essere “risarcite”

Stefano CandianiNon è ancora finita la storia del bonus bebè di Tradate. Dopo la sentenza del tribunale colleggiale di Milano che ha confermato essere discriminatorio il provvedimento del comune di Tradate, il sindaco Stefano Candiani dichiara che sarà sua intenzione ricorrere in Cassazione. «Ma la decisione dovrà prenderla il consiglio comunale – spiega -. Abbiamo ricevuto la sentenza solo nei giorni scorsi e dobbiamo ancora studiarla nel dettaglio con i nostri avvocati. Personalmente ritengo corretto accedere al terzo grado di giudizio, soprattutto per gli aspetti sostanziali della vicenda, e non solo formali. Aspetti che appaiono essere trascurati nei primi due gradi di giudizio».

Il tribunale del lavoro, in primo grado, a cui avevano fatto ricorso la Cooperativa Farsi Prossimo e l’associazione Avvocati per niente, aveva giudicato discriminatoria la delibera che prevedeva un contributo di 500 euro ai nuovi nati, solo se entrambi i genitori residenti a Tradate da almeno 5 anni. Poi il ricorso del Comune, ma il tribunale collegiale, oltre a confermare quando deciso dal giudice del lavoro, ha aggiunto che si dovrà risarcire anche chi non ha usufruito del contributo nei tre anni in cui è stata in vigore la delibera.
Costo che il municipio ha stimato in questi giorni: sarebbero infatti una quarantina le famiglie che avrebbero potuto accedere al bonus bebè. Il comune, secondo la seconda sentenza, dovrebbe quindi versare in totale 20mila euro più le spese legali. «Non sappiamo ancora se dobbiamo farlo subito o se invece, ricorrrendo in Cassazione tutto si sospende – conclude Candiani -. Studieremo le carte nei prossimi giorni».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Ottobre 2010
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