Chirurgia plastica ricostruttiva, intesa Busto-Varese

L'"asse" fra le due aziende ospedaliere prevede una collaborazione con l'equipe varesina del prof. Valdatta per consulenze e interventi chirurgici in vari ambiti, fra i quali i tumori al seno

Chirurgia plastica ricostruttiva, l’azienda ospedaliera di Busto Arsizio sigla un’intesa con quella di Varese. I contenuti dell’accordo sono stati presentati lunedì nella Biblioteca Medica dell’ospedale di Busto Arsizio alla presenza del dg Pietro Zoia e del professor Luigi Valdatta, responsabile del struttura dipartimentale di Chirurgia Plastica dell’ospedale di Circolo di Varese e direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell’Università dell’Insubria con cui sarà avviata la collaborazione.
L’intesa, infatti, attiva una sinergia con per consulenze e interventi chirurgici in vari ambiti tra i quali quelli della patologia tumorale della mammella.

«Con questa collaborazione – ha sottolineato Pietro Zoia, direttore generale dell’azienda ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” – abbiamo creato una rete di professionisti che insieme potranno consentirci di migliorare il servizio offerto ai nostri degenti, in particolare per i casi più complessi. Ad esempio, abbiamo voluto tenere in considerazione l’esigenza di poter garantire anche nei casi più difficili di patologia della mammella la consulenza anche pre-intervento di specialisti in chirurgia plastica al fine di attuare un percorso chirurgico e ricostruttivo che porti alla donna la miglior qualità della vita possibile dopo il trauma subito».

Gli altri settori in cui potrà essere richiesta la consulenza dell’équipe del professor Valdatta, che si avvale della collaborazione di Mario Cherubino, Stefano Scamoni, Federico Tamborini (presenti lunedì a Busto) e di Claudia Frigo, sono quello ortopedico, in particolare per gravi traumi come fratture esposte, quello dermatologico e quello medico. In questo caso, potranno essere richieste consulenze o terapie chirurgiche per lesioni da pressione o da decubito.
«Per la scuola di specializzazione è un’opportunità molto importante – ha commentato il professor Valdatta – sia per la crescita professionale dei nostri medici più giovani sia nell’ottica di un legame storico con il territorio. Inoltre, un buon risultato estetico oltre che ricostruttivo è un’aspettativa sempre più frequente per i pazienti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Ottobre 2010
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