Cosa ne sarà della casa di via Porraneo?
Il sindaco Mario Aspesi ha seguito tutta l'operazione di sgombero e poi ha dialogato con i ragazzi. "Per quella zona c'è un progetto, la recupereremo"
Il sindaco Mario Aspesi ha seguito lo sgombero dall’inizio alla fine. Dal primo “contatto” con i ragazzi”, alla trattativa per farli scendere dal tetto, fino ad un colloquio finale – a tratti animato – con il gruppo di ragazzi. «In questi giorni – spiega Aspesi – mi hanno chiesto di discutere della cementificazione, ho ricordato loro che il 52% del nostro territorio è verde. Gli ho offerto di discutere in Comune. C’è da dire che loro sono stati anche rassicuranti, hanno dialogato con i residenti, un giorno è andata da loro persino una mamma con i bambini». Il confronto invece c’è stato, ma nel mezzo della via, stamattina: con i ragazzi ad accusare il sindaco di essere stato troppo debole con «i cementificatori» e il sindaco a ribadire che comunque occupare è sbagliato. «Ma noi non abbiamo occupato una casa privata dove ci vive la gente, qui era tutto abbandonato» fa notare Antonio, un ventenne del gruppo.
Il destino dell’edificio è uno dei punti controversi. Perché – ferma restando la condanna quasi unanime dell’occupazione – molti non sembrano vedere di buon occhio la presenza di quel mezzo rudere (nella foto) abbandonato da trent’anni. Il sindaco però difende il percorso seguito fino ad ora: «Nel 2002 il proprietario presentò il progetto, ma c’erano problemi con la viabilità, via Porraneo è troppo stretta, sarebbe stata insufficiente». Dunque, stop al progetto, in attesa di pensare ad una sistemazione dell’intera area che evitasse problemi di traffico nella strada che passa davanti all’asilo e sbocca in piazza. «Abbiamo previsto una lottizzazione con venti ville, un parco pubblico, un parcheggio a disposizione di tutti. E la strada di accesso al grande fabbricato». Ora – spiega il sindaco – i proprietari ripresenteranno il progetto aggiornato e si partirà con il recupero dell’edificio.
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