“La politica del governo sta rovinando i rapporti con la Svizzera”

La Federazione della sinistra interviene nel dibattito scatenato dalla pubblicità contro i frontalieri. Cuomo: «Quella campagna non va sottovalutata»

«Condannare la campagna contro i frontalieri in Ticino è la cosa più ovvia che possiamo fare. Ma quanto è accaduto non va sottovalutato anzi va analizzato perché riflette alcune preoccupanti tendenze che si stanno affermando in tutta Europa». A parlare è Antonio Cuomo, segretario provinciale della Federazione della sinistra, che oggi è intervenuto nel dibattito scatenato da "Bala i ratt" la pubblicità elettorale ticinese contro i lavoratori italiani in Svizzera.
«L’Udc del Ticino, così come la Lega, stanno cavalcando i malumori legati alle insicurezze della situazione economica e le paure della popolazione per ottenere nuovi consensi elettorali – ha detto Cuomo -. E due sono i punti sui quali questi partiti battono: i soldi e i lavoratori stranieri. I primi, i capitali, sono stati oggetto dello scudo fiscale di Tremonti che ha creato scompiglio e "ritorsioni" perché ha minato una delle colonne della Svizzera, il sistema finanziario mentre per quanto riguarda i lavoratori occorre fare una precisazione: si vuole far credere che il nemico non sia il semplice dipendente ma, come rappresentato da uno dei tre topi di "Bala i ratt", il "piastrellista" e quindi l’artigiano, la piccola impresa che lavora oltre confine».

Sulla questione il Partito dei comunisti italiani – Federazione della sinistra si era espresso già nei giorni scorsi: «I frontalieri sono ben altro che parassiti ed esercitano il loro lavoro in Svizzera secondo le regole vigenti nel mondo del lavoro e di contrasto del dunping salariale e della concorrenza sleale cara a qualche capitalista. L’attacco ai frontalieri va respinto con determinazione e unità e non va mai piu’ sottovalutato l’apporto negativo e antipopolare del leghismo. In questo senso vanno molto apprezzate le prese di posizione di solidarietà con i frontalieri espresse dai Sindacati svizzeri dei lavoratori e da CGIL-CISL e UIL in Italia. Dicevamo invece del nostro Governo: la sua politica ha alimentato frizioni tra i due Stati; sono state annunciate ritorsioni dello Stato svizzero che finiscono per danneggiare i lavoratori frontalieri e i Comuni di confine; l’accordo bilaterale è da rivedere ormai da tempo. Il Governo e le istituzioni varesine come la Provincia, escano dall’inerzia e chiedano l’apertura delle trattative con la Confederazione Elvetica per un nuovo accordo che tenga conto della realtà, della crisi della lavoro in atto, delle regole stabilitre dalla Comunità Europea e che sia improntato a cooperazione reciproca e alla difesa del lavoro, dei suoi diritti e dei principi diu uguaglianza sociale».

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Pubblicato il 06 Ottobre 2010
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