“Lo sapevo che sarebbe stata una fregatura”
Viaggio tra i delusi dopo i ritardi del cantiere di via Milano. I negozianti che dall'arrivo delle ruspe hanno visto diminuire sempre di più la loro clientela
Commercianti, che botta. In viale Milano non si parla d’altro e chi credeva che a Natale si tornasse al regime normale ora deve fare i conti con l’amara realtà. Il cantiere è in ritardo di un anno.
“Moreno”, lo spaccio low cost è indubbiamente quello che più è rimasto tagliato fuori dalle transenne che circondano il cantiere. Può contare su altri punti vendita tuttavia Alessio Ariotto, uno dei titolari, ci spiega le conseguenze dall’arrivo delle ruspe. «Un calo della clientela è innegabile ma soprattutto, essendo questo punto vendita aperto da pochi anni, è più preoccupante che non ci sia stato un aumento di clienti. Nascosti come siamo dalle transenne è evidente che qui viene a comprare chi ha già deciso di farlo, non ci sono quindi clienti occasionali. Ho già tagliato sui dipendenti stagionali quest’anno. Noi però non ci siamo mai lamentati – spiega Ariotto – fortunatamente abbiamo altri punti vendita, però ci ha stupito l’assenteismo dell’amministrazione comunale. È mancato non dico un aiuto, ma quanto meno un dialogo costante, qualche incentivo. E invece niente. Da questo punto di vista Varese mi ha proprio deluso, e pensare che stiamo avviando alcune collaborazioni con la città, a breve faremo una donazione di banchi e sedie ad alcune scuole. Adesso, viste le notizie sui ritardi del cantiere, ci aspettiamo almeno un segnale di vita».
Poco più avanti, per fortuna da qualche tempo più visibile, c’è la “Casa del Caffè”. Laila Marchesi ricorda ancora i giorni di mercato prima del cantiere, quando la sua caffetteria era invasa dai clienti e in tre non riuscivano a stare dietro a tutte le ordinazioni. Ora ci parla da un locale indubbiamente più silenzioso e vuoto, «ho dovuto vendere un garage per far fronte ai minori ricavi. Adesso per fortuna siamo più visibili rispetto all’inizio dei lavori quando eravamo completamente tagliati fuori, ma finché non spariranno le ruspe e non tornerà il parcheggio il lavoro continuerà a non girare».
Come non gira al fruttivendolo, che appare piuttosto rassegnato, e come non gira al “Caffè Regina”, uno di quelli che aspettava di più il termine dei lavori, promesso entro fine anno. «Non ho mai parlato di questa storia – ci racconta il titolare – ma ho sempre saputo che sarebbe stata una fregatura. Guardate fuori dal mio locale, è un vero “budello”. Però ho sempre creduto che bisognasse solo pazientare.. finché non abbiamo visto i lavori che piano piano rallentavano. E si fermavano. Io ci speravo nella riapertura, ho fatto anche un investimento importante riammodernando il locale. Ho pensato che sarebbe stata un’occasione per ripartire con nuova clientela e nuovi guadagni, per girare pagina. Invece.. la verità è che i negozianti vanno bene quando c’è da contribuire a finanziare le luci di natale, quando accade quel che è successo a noi non c’è nemmeno uno sconto sulla pattumiera».
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