Maroni premiato per la sua lotta alla mafia
Il ministro ha ricevuto il riconoscimento Falcone Borsellino: «Lo dedico a tutti gli uomini e le donne delle forze dell'ordine». Sul caso Ruby: «La questura ha fatto il suo dovere»
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La stima del fatturato della "mafia spa" è di 150 miliardi di euro l’anno su cui non paga nemmeno le tasse. Significa che i ricavi coincidono con i guadagni. Questo vi fa capire quanto lavoro c’è ancora da fare». Il cammino della lotta alla criminalità organizzata è lungo nonostante i buoni risultati raggiunti. Lo ha ripetuto più volte il ministro dell’interno Roberto Maroni che questa sera, nell’ambito del Festival del Racconto, ha ricevuto il Premio Falcone e Borsellino, promosso dall’Università Carlo Cattaneo. «Dedico questo riconoscimento – ha detto il ministro – agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine che ogni giorno combattono la Mafia in Sicilia, Calabria, Puglia e Lombardia. In questi due anni e mezzo ci siamo molto impegnati. Uso il noi perché mi riferisco a tutte le istituzioni che in Italia combattono la criminalità organizzata. È lo Stato in tutte le sue articolazioni che crea una squadra di assalto che ha come obiettivo la cattura dei latitanti, l’arresto dei mafiosi e l’aggressione dei patrimoni».
Maroni ha fatto cenno anche alle cifre più significative della "sua" lotta alla mafia: «Insieme all’incarico ho ricevuto l’elenco dei trenta latitanti più pericolosi. Ne abbiamo arrestati 28, uno al mese. Abbiamo capito una cosa essenziale, che colpire le mafie al portafoglio è il gesto più efficace. Lo sappiamo anche grazie alle intercettazioni. E dobbiamo ricordare che questo modo di agire si deve all’intuizione di Giovanni Falcone che nel 1992 propose di fare una legge per distinguere la sorte del mafioso dai suoi patrimoni. È diventata realtà solo nel 2008. Così abbiamo sequestrato oltre 25 mila beni per un valore di 18 miliardi di euro in 2 anni».
Il premio al ministro del Carroccio è stato consegnato "per l’impegno profuso nella lotta alla mafia" da Alfredo Bassioni, Direttore dell’Istituto giuridico di Ricerca Comparata. Oltre a Maroni, nella stessa serata, è stato premiato anche Fabio Basile per il suo lavoro "Immigrazione e reati culturalmente motivati" che ha ricevuto il riconoscimento "giuridico scientifico" dalle mani del prefetto di Varese, Simonetta Vaccari.
Durante la cerimonia di Villa Recalcati, condotta dal vicedirettore Rai, Antonio Marano, è stato inoltre presentato il libro di Massimo Picozzi"Cosa Nostra, storia della mafia per immagini, ed. Mondadori Electa". «Un volume unico nel suo genere perché riesce con a dare un’idea plastica di che cos’è la criminalità organizzata. Racconta la mafia in 3D e vorrei che fosse diffuso nelle scuole e nelle biblioteche». Il ministro, intervistato dai giornalisti prima di entrare in sala, ha rilasciato una sola dichiarazione sul caso della minorenne marocchina "Ruby": «La questura di Milano – ha detto – ha fatto tutto in modo regolare, come avviene normalmente in questi casi».
Il Premio Internazionale “Giovanni Falcone – Paolo Borsellino”, promosso dall’Istituto Giuridico di Ricerca Comparata di Pontremoli e dall’Università Carlo Cattaneo – LIUC, giunto alla XVII edizione, è suddiviso in tre sezioni: Sezione Dottrina, viene conferito ad un volume in materia di diritto penale, diritto processuale penale e criminologia; Sezione Tesi di Laurea, viene conferito ad una tesi di laurea discussa in Atenei italiani in materia di diritto penale, diritto processuale penale e criminologia; Sezione Speciale, viene conferito a personalità delle Istituzioni, della vita sociale e della cultura che si siano distinti nella diffusione della cultura della legalità, della giustizia e della pace. Il Premio Speciale, conferito quest’anno all’On. Ministro, avv. Roberto Maroni, è stato conferito: Alfredo Morvillo, Antonino Caponnetto, Carlo Nordio, Gherardo Colombo, Giancarlo Caselli, Piero Luigi Vigna, Rita Borsellino, Federico Stella, Leoluca Orlando, Giuseppe Ayala, Magdi Allam.
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