Scade il contratto, i precari dell’Ufficio Immigrazione chiedono stabilità
Gli impiegati e gli archivisti precari della Questura e della Prefettura hanno siglato dal 2003 venticinque rinnovi contrattuali. Anche quest'anno l'ombra del licenziamento
Hanno cominciato a lavorare nel 2003 sull’onda della legge “Bossi-Fini” sull’immigrazione con un’aspettativa di un lavoro estivo di due mesi. Da allora gli impiegati e gli archivisti precari della Questura e della Prefettura hanno siglato 25 rinnovi contrattuali e dal 2 gennaio del 2008 sono anche passati alle dirette dipendenze del Ministero dell’Interno.
Eppure anche quest’anno è arrivata la scadenza del contratto: al 31/12 sette dipendenti della Questura e 4 della Prefettura vedranno concludersi la loro collaborazione con l’ufficio unico dell’immigrazione.
Sono i funzionari che si occupano delle pratiche legate all’immigrazione, permessi di soggiorno, rinnovi, permessi di ricongiungimento famigliare, e due di loro, in particolare, della gestione del “grande archivio”. Un labirintico deposito di carte, cartellette e e faldoni che vengono catalogati negli spesso insufficienti spazi della Questura, una banca dati indispensabile anche per attività di investigative e di polizia.
Ebbene dopo 7 anni di lavoro, 7 anni nei quali i funzionari hanno accumulato deleghe, ruoli, ma soprattutto competenze, si trovano anche quest’anno con la spada di Damocle del licenziamento sulla loro testa. Questa mattina, insieme ai colleghi degli uffici che si sono uniti alla protesta per solidarietà, i lavoratori hanno fatto un presidio di fronte a villa Recalcati, mentre una delegazione si è recata dal prefetto per parlare della faccenda con un interlocutore istituzionale.
Nella stessa situazione si trovano 650 lavoratori in tutta Italia, tutti per il Ministero dell’Interno, tutti con la consapevolezza che la Legge finanziaria ha previsto che solo il 50% dei contratti potrà essere rinnovato.
Fuori da villa Recalcati i lavoratori hanno spiegato cosa significherebbe il loro licenziamento, «attualmente gli uffici sono già sottoposti ad un carico di lavoro insostenibile – spiegano dalla Rsu – inevitabilmente il taglio dei precari comporterebbe per forza di cose l’impiego degli agenti della polizia di stato, che verranno tolti dalle strade e dallo svolgimento del loro lavoro».
«A qesto punto, hanno spiegato i lavoratori, non vogliamo solo l’ennessimo rinnovo del contratto ma chiediamo la stabilizzazione del rapporto lavorativo, chiediamo un futuro certo e sereno per le nostre famiglie».
A sostegno dei lavoratori si sono uniti le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil e i sindacati di polizia Siap e Silp/Cgil.
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