Silvia e Carolina, doppio podio al Chiara Giovani

Le due studentesse hanno ricevuto il primo premio del concorso 2010. La premiazione si è tenuta a Villa Recalcati

vicitrici premio chiara giovani 2010Sono Silvia Bagatta di Olgiate Olona e Carolina Crespi di Busto Arsizio le due vincitrici dell’edizione 2010 del Premio Chiara Giovani. La cerimonia di premiazione si è tenuta nel pomeriggio di ieri, domenica 17 ottobre, a Villa Recalcati. È la prima volta, nella storia del premio, che due scrittori si aggiudicano il podio. E anche il secondo posto quest’anno è doppio: è andato a Riccardo Orlandi di Morazzone ed Ermira Preka di Varese. Al terzo posto Susanna Volpe di Sommatino (Caltanissetta), al quarto Alice Bocci di Varese, Sandro Pezzelle di Morazzone e Gloria Anna Folcio di Erba. 

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Chiara giovani 2010 4 di 13

I racconti: 

“La memoria dell’acqua” di Silvia BAGATTA – Olgiate Olona (VA), del 1993 studentessa – La storia di una dolorosa esistenza, di una donna divenuta il nulla. La storia di chi ha perso la speranza, di chi ha smesso di credere in un futuro migliore. La storia di chi ha smesso di parlare, ma non di pensare. La storia di chi, alzando gli occhi al cielo, vede solo nubi e nebbia. La storia di come l’immaginazione può salvare una persona. Tutto è nato da quel rumore: “gluck gluck gluck” era il suono delle gocce d’acqua che sgorgavano lentamente dal rubinetto. Non è una fiaba, non c’è il lieto fine. Questa era la storia di Anna; adesso è la storia di 499103.
“Asfalto Tremante” di Carolina CRESPI – Busto Arsizio (VA), del 1985 studentessa lavoratrice – L’Aquila, novembre 2009. A sette mesi dal terremoto Matilde si ritrova in una lavanderia a gettoni, luogo dove era solita recarsi con la mamma prima di perderla a causa dei crolli. I suoi incubi di bambina infestati di bizzarrie non le danno tregua. Ma è l’acqua a riportarla alla realtà: l’acqua dei panni umidi, l’acqua della lavatrice, l’acqua di un demone topo che sputacchia e ridacchia sguaiatamente. E che lava via gli incubi con la promessa di un’alba serena .

Sei deposizioni” di Riccardo ORLANDI – Morazzone (VA), del 1987 studente/lavoratore – Una donna affogata nella sua vasca da bagno. Cinque testimoni, cinque accuse incorniciate da giudizi e meschinità. Un’ultima deposizione, reale o immaginaria, svela la verità, assieme alla pochezza delle affrettate testimonianze precedenti.
Il viaggio della speranza” di Ermira PREKA – Varese, del 1992 studente – Questo racconto è tratto da una storia vera. È il 1998, l’anno in cui molti albanesi cercano di raggiungere l’Italia illegalmente con il gommone. Spesso questi viaggi si concludono con tragiche morti e lasciano nelle persone delle ferite che non potranno mai guarire, in questo caso, uno di questi viaggi viene raccontato da una ragazzina, partita con la madre e il fratello, e sopravissuta per miracolo.

La memoria dell’acqua” di Susanna VOLPE – Sommatino (CL), del 1986 studentessa – Ugarte ha solo sedici anni quando decide di affrontare un viaggio in condizioni estreme che dallo Sri Lanka lo porterà in Europa dove ad aspettarlo, insieme a suo fratello Youssef, c’è una nuova meravigliosa vita. Ma quando si è fragili e disperati, si sa, il confine tra sogno e realtà è molto labile.

Io e l’acqua” di Alice BOCCI – Varese, del 1994 studentessa – Una surfista osserva dalla spiaggia l’oceano, riflettendo sulla forza dell’acqua e su come sia stata lei, per prima, a generarci. Dopo questi pensieri si immerge nell’oceano e cavalca la prima onda, descrivendo le sue emozioni. Quando prova a sovrastare la seconda onda viene travolta dall’acqua e in questi attimi ripensa ai momenti più importanti della sua vita. Infine riesce a riemergere, torna a riva e decide che, nonostante l’accaduto, non rinuncerà alla sua passione più grande: il surf.
Di nuovo, a Basovizza” di Sandro PEZZELLE – Piovene Rocchette (VI), del 1990 studente – Un vecchio e una bambina a pochi passi da una foiba. Il vecchio è il nonno che racconta alla nipote la storia che ha cambiato per sempre la sua vita. Ha scelto di tornare lì insieme a lei. A quel suo piccolo dono di Dio, per parlare di una notte di tanti anni prima che non è ancora finita. Per ricordare e tramandare. Per ritrovare la memoria conservata in fondo al pozzo.
Un brivido che era un’onda” di Gloria Anna FOLCIO – Erba (CO), del 1989 studentessa lavoratrice – Acqua che risveglia i ricordi. Acqua che scava la memoria. Acqua che riporta a galla la gioventù. E la gioventù si fa racconto, vita, Storia. Un uomo, un ragazzino e dietro l’angolo l’America di Woodstock e degli ideali ecologisti. Una canna dell’acqua lasciata a zampillare lacrime sull’asfalto. Sono le lacrime del mondo.

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Pubblicato il 18 Ottobre 2010
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