Un libro sulla figlia saronnese di Garibaldi
Presentato lo scritto di Giuseppe Radice, edito dalla Società Storica e dedicato alla maestra saronnese Adelaide Carpaneto
Un libro dedicato ad Adelaide Carpaneto, la figlia sconosciuta di Giuseppe Garibaldi. La notizia è stata data nelle scorse settimane, solo dopo la morte dell’ultima erede della nota maestra saronnese.
Il libro lo ha scritto lo storico saronnese Giuseppe Radice che Radice aveva promesso di mantenere il segreto fino alla sua morte e ora la Societa storica saronnese ha effettuato una pubblicazione con tutti i documenti che provano la verità della discendenza, con tanto di biografia della nota maestre saronnese.
Adelaide Carpaneto è stata la figlia che Giuseppe Garibaldi ebbe nel 1853 da una relazione con Anna Koppmann Pallavicino Trivulzio. Coniugata con un saronnese, Adelaide Carpaneto fu maestra elementare per 45 anni a Saronno nel cui cimitero è sepolta dal 1931. Il libro sarà in libreria da mercoledì 20 ottobre.
«Tutto nasce da una telefonata di fine anno, quasi uno scherzo che incubava però un segreto nel più puro stile piccolo borghese – si legge nella copertina del libro -. Dichiarare una paternità non legittima è sempre stato un tabù difficile da superare tanto quanto l’impulso a rivelarla. Giuseppe Radice raccoglie la confidenza di due sorelle, sue concittadine saronnesi, e subito si appresta a verificarla con lo scetticismo tipico di chi sente che non può essere una notizia vera, ma si turba all’idea che lo possa essere. Ha così inizio un percorso fatto di domande e risposte rattenute, di oggetti e luoghi con il fascino di altri tempi. A Saronno riposa la figlia di Garibaldi. E’ un’indagine piena di ansie e di dubbi, che si srotola lentamente e inesorabilmente, fino a toccare il sentimento dell’autore chiamato a fare da testimone sia pure de relato di un fatto dapprima inatteso, poi verosimile e infine suadente. Tra atmosfere gozzaniane e la riscoperta di nobili lignaggi sepolti dalla polvere del tempo, Giuseppe Radice ricostruisce una biografia attraverso le cose le parole e gli oggetti che hanno fatto della dignità una ragione di vita, degli affetti gelosamente serbati un riflettore che illumina di dolcezza e umanità la figura dell’Eroe dei due Mondi, ben oltre quanto l’ oleografia ufficiale ci tramanda da sempre».
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