Via libera dal Parlamento europeo all’etichettatura “extra Ue”
Soddisfazione da parte del parlamentare Marco Reguzzoni, promotore della legge sul “made in” e dei “Contadini del tessile”
Il Parlamento europeo ha dato voto favorevole al regolamento sull’etichettatura obbligatoria per le merci extra-UE. La relazione è stata adottata con 525 voti a favore, 49 contrari e 44 astensioni, ed è stata preparata da Cristiana Muscardini (PPE), che, prima della votazione, ha detto che la sua approvazione garantisce "ai cittadini europei il diritto di conoscere la provenienza di ciò che acquistano”. Si tratta di un sistema pan-europeo sull’etichettatura sul paese d’origine per prodotti importati da paesi terzi.
Le parole "Fabbricato in", insieme con l’indicazione del paese, potrebbero essere scritte, secondo la proposta della Commissione, "in una qualsiasi delle lingue ufficiali Ue, in modo tale da risultare facilmente comprensibile per i clienti finali dello Stato membro". I deputati hanno però aggiunto la possibilità che sia utilizzata la lingua inglese e quindi la dicitura "Made in" con il paese d’origine anche in inglese.
Secondo il testo approvato, il paese d’origine deve essere impresso su beni destinati al consumatore finale, tranne che nei casi in cui ciò sia tecnicamente impossibile o danneggi il bene stesso. Per i prodotti impacchettati, l’etichetta dovrebbe apparire sia sulla confezione sia sul prodotto.
Il regolamento non coprirebbe prodotti agricoli e ittici, ma comprenderebbe, fra altri, tessili, prodotti farmaceutici, strumenti di lavoro, rubinetteria e mobili.
Una volta che il testo è stato concordato fra Parlamento e Consiglio, le nuove regole entreranno in vigore in tutta l’Unione un anno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’UE. Dopo 5 anni, il regolamento, secondo un emendamento approvato dall’Aula scade, e toccherà a Parlamento, Commissione e Consiglio decidere se prorogarlo modificarlo.
«Finalmente – commenta Reguzzoni – non sarà più possibile in tutta Europa vendere prodotti fatti in Cina con il marchio Made in Italy. Nel medio periodo questa decisione dell’Europa porterà lavoro alle nostre aziende e nuovo slancio alla nostra economia, a beneficio dei nostri lavoratori. Invece di cambiare la legge 55 Reguzzoni-Versace – sottolinea il capogruppo leghista – per una volta siamo riusciti a far sì che l’Unione europea si adegui».
Soddisfazione in serata è stata espressa dai “Contadini del tessile” il movimento spontaneo che raduna 500 aziende del tessile e che ha contribuito fattivamente a far nascere la legge sul “made in”.
«A Strasburgo il parlamento Europeo ha sostanzialmente approvato un regolamento che allontana l’ipotesi di infrazione, e quindi rende, a tutti gli effetti, legittima la legge 55 Reguzzoni-Versace, in Italia , in Europa , e nel Mondo! – afferma il portavoce Roberto Belloli – . L’approvazione del nuovo regolamento Europeo obbliga alla tracciabilità e all’etichettatura dei prodotti di importazione, e consentirà di etichettare Made in Italy i prodotti, in relazione alle norme attuative della legge 55».
«Questo risultato – ha concluso Belloli – porta speranza a molti comparti produttivi Italiani ed Europei , e porta finalmente trasparenza al mercato e ai consumatori finali ed è stato ottenuto grazie alla tenacia e al coraggio di pochi come Marco Reguzzoni e Francesco Speroni».
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