Confiscata alla mafia diventerà casa rifugio per donne maltrattate
Il Ministero dell'Interno ha approvato la richiesta di destinare uno stabile confiscato alla mafia alle donne che fuggono dalla violenza. Segreta la località
Tre donne dominicane. A loro e alla loro battaglia contro il dittatore Rafael Leònidas Trjillo e il grave stato di arretratezza e disordini in cui era costretta a vivere la popolazione che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dedicato la Giornata mondiale contro la violenza alle donne, che riccorre il 25 novembre. Una giornata caratterizzata da un segno distintivo preciso, un fiocco bianco, e da momenti e iniziative di riflessione.
Anche a Varese, la violenza sulle donne è una piaga diffusa. Invisibile e sofferta in silenzio spesso a causa delle difficoltà di potersi slegare da un legame troppo intenso sia familiare sia sociale.
Il Prefetto di Varese Simonetta Vaccari ha avviato un tavolo di concertazione aperto a istituzioni, associazioni di volontariato e operatori per stilare un protocollo congiunto, un percorso chiaro e condiviso tra ospedali, forze dell’ordine, giudici e volontari dell’assistenza a chi trova la forza di ribellarsi e denunciare. Troppo spesso, infatti, la spirale infernale in cui si cade è legata alla mancanza di risposte da parte delle istituzioni, ai tempi della giustizia eccessivi, alla carenza di nascondigli dove rifugiarsi.
E proprio su quest’ultimo punto si registra una prima concreta risposta che il territorio, Provincia Comune e Prefettura, sta predisponendo: dal Ministero degli Interni è arrivata l’autorizzazione all’utilizzo di un’abitazione confiscata alla mafia per realizzarne alloggi per donne maltrattate. La richiesta, sostenuta dalle tre istituzioni è stata accettata dal Ministero che ne ha disposto l’utilizzo circa 8 mesi fa. Da allora, si è lavorato per accatastare correttamente lo stabile mentre attualmente la pratica è all’ufficio tecnico del Comune di Varese per ottenerne la trasformazione urbanistica. Intanto, la Fondazione Morandi, che gestirà gli alloggi, ha avviato la progettazione per la ristrutturazione e la raccolta di fondi per le opere.
L’assessorato ai servizi sociali di Villa Recalcati sta seguendo da vicino la questione per arrivare in tempi accettabili a dare una risposta alla crescente richiesta di aiuto e tutela da parte delle donne. Sul territorio, infatti, non esiste un tetto sicuro per sfuggire alla violenza spesso domestica: « Stiamo sperimentando un’esperienza simile in una struttura della provincia – spiega l’assessore Christian Campiotti – Si tratta di una realtà nata per fini diversi ma che oggi abbiamo iniziato a utilizzare per capire esattamente come andrà gestito il rifugio per le donne maltrattate. Quali tipi di assistenza andranno assicurati, quale vigilanza».
Fiocchi bianchi vengono distribuiti oggi, 25 novembre, per sensibilizzare l’attenzione su un problema drammatico, che a Varese potrebbe avere presto una concreta risposta.
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