Ecco perché quei cervi arrivano fin dietro casa
Numeri di esemplari in aumento, aree verdi a ridosso delle città ma soprattutto una questione di età quella che spinge i giovani cervi a ritagliarsi un proprio territorio
Le corna rischiano di arrivare dappertutto, e questa non è una novità, a patto che non si parli di cervi in centro a Gallarate, sulle strade provinciali della “bassa” e, addirittura, sull’Autolaghi.
E le corna sono il meno, perché non sono quelle a farti male se ci vai a sbattere con l’auto. Sono piuttosto i due quintali a cui un animale come un cervo può arrivare a causare un incidente che può avere esiti facilmente immaginabili. Esattamente come accaduto sabato scorso in A-8, dove giusto di fronte a Leroy Merlin di Solbiate Arno, passata la mezzanotte l’autista di unna Peugeot non ha potuto fare altro che investire un esemplare di 110 chili saltato sulla corsia. L’auto che seguiva, una Punto, ha tamponato, e solo per un miracolo le persone coinvolte se la sono cavate con un colpo di frusta e contusioni varie.
Ma che ci faceva un cervo in autostrada? Tutta una questione generazionale, verrebbe da dire. Già, poiché sembra che dietro i continui avvistamenti e gli incidenti stradali vi sarebbe nella maggior parte dei casi l’intento dei maschi più giovani a ritagliarsi nuovi territori. Motivo: i vecchi non vogliono mollare il bosco e alle nuove generazioni non resta che cercare altrove da mangiare e dove riprodursi.
Questa è una delle possibili risposte che si è dato Adriano Martinoli, ricercatore di zoologia presso il dipartimento ambiente e sicurezza dell’Università dell’Insubria di Varese, interpellato da Varesenews per fare chiarezza sulla situazione di questi splendidi ungulati in provincia.
«Il cervo è un animale di grosse dimensioni – spiega il ricercatore – che può arrivare anche a 200 chili di peso. È in grado di coprire decine di chilometri al giorno, e di saltare ostacoli alti due metri e mezzo. Mettere le reti, spesso, non serve, poiché vengono facilmente superate. Con la neve, magari alta alcune decine di centimetri, possono venir superate anche altezze superiori».
«Questi animali in Provincia di Varese sono diffusi soprattutto nella zona montana – spiega Martinoli – nelle aree quindi a Nord della provincia. Ma negli ultimi anni alcuni esemplari, per lo più maschi, e giovani si spostano in competizione con i più vecchi e raggiungono territori verdi grazie a quelli che vengono definiti ‘corridoi di dispersione’. Si tratta di vere e proprie strade che gli animali percorrono in ambiente boschivo. Il cervo, ovviamente, non ha una visione geografica del percorso che sta facendo: può accadere quindi che un corridoio di dispersione finisca alla periferia di una città: per questo i cervi che ci troviamo dietro casa arrivano anche nei centri abitati» (nella foto, un esemplare addormentato e catturato in un parco di un centro abitato del Varesotto) .
Ed è qui che cominciano i rischi per gli automobilisti. «Il cervo è un animale alto – conclude lo studioso – e quando viene investito il corpo cade contro il cofano o addirittura il parabrezza di un’auto, provocando danni alle cose e possibili ferimenti di chi sta al volante di un’auto».
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