Il giudice toglie i sigilli alla casa di Piccolomo
In quella casa gli inquirenti hanno inviato le unità cinofile a cercare le mani mozzate e hanno trovato un coltello sporco di sangue della vittima. La moglie di Pippo potrà tornare in Italia e assistere al processo
Il giudice Giuseppe Battarino consente alla moglie di Giuseppe Piccolomo di tornare a casa sua (nella foto). Sarebbe la prima volta, per Talhi Zineb, che dall’estate del 2009, qualche settimana prima del delitto, vive in Marocco dai genitori insieme alle due bambine avute insieme a “Pippo”. Il presunto killer delle mani mozzate è in carcere, a Monza, e si appresta ad affrontare il processo in corte d’assise.
L’avvocato Simona Bettiati, da tempo, aveva chiesto il dissequestro della casa di Ispra dove Piccolomo viveva con la nuova famiglia, formata dall’imputato dopo la morte della prima moglie Marisa Maldera e il litigio con le figlie. Una storia contrastata, soprattutto perché le figlie hanno sempre accusato “Pippo” di avere delle responsabilità nell’incidente che provocò la morte di Marisa. E non hanno mai digerito il fatto che si sia risposato con la ragazza, molto più giovane, che lavorava come lavapiatti nel ristorante dei genitori.
Il dissequestro consentirebbe alla donna, in difficoltà economiche, di tornate in Italia per assistere al processo. La decisione del giudice Giuseppe Battarino è arrivata nonostante la procura non si fosse espressa favorevolmente poiché riteneva che in extremis potesse esserci bisogno, anche in fase di dibattimento, di nuovi sopralluoghi.
Vale la pena ricordare che, proprio quella casa, è stata oggetto di più perquisizioni da parte della squadra mobile di Varese che vi portò anche le unità cinofile alla ricerca delle mani della vittima. Perché alla fine, era proprio questo il sospetto degli inquirenti, e cioè che nei dintorni vi potesse essere la traccia decisiva. A disposizione dell’accusa rimane pur sempre il coltello dove è stato rinvenuto dal consulente della procura il dna di Carla Molinari. Mentre rimangono sotto sequestro una serie di oggetti che sono stati trovati e asportati dalla casa, quali ad esempio coltelli, abiti e guanti.
Dal punto di vista tecnico, la decisione del gup Battarino è stata quella di dissequestrare la casa per quanto attiene alla moglie di Piccolomo ( i due sono infatti comproprietari) e di assegnare alla stessa moglie la custodia di metà della proprietà immobiliare, ancora sottoposta a un sequestro preventivo, chiesto dalla procura per pagare eventuali spese processuali nei confronti dello stato.
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