La violenza sulle donne nasce in famiglia
126 i casi seguiti da Auser nel sud della provincia: la maggior parte dei casi riguarda conviventi, mariti o ex compagni
«C’è un sommerso che tutt’ora è enorme. Quello di cui veniamo a conoscenza è solo la punta dell’iceberg». Annamaria Tagliaretti, dell’Auser Filo Rosa di Cardano al Campo, sa bene che le donne con cui parla sono solo una minima parte di quelle coinvolte in un dramma che tocca migliaia di persone in provincia. La punta dell’iceberg sono 126 casi, quelli affrontati nel 2010 (ad oggi) dallo sportello dell’Auser Filo Rosa, che è riferimento per tutti i distretti sanitari a Sud della provincia, da Busto a Somma Lombardo, da Saronno a Tradate . «Un numero in linea con lo scorso anno, dopo che avevamo visto una grande crescita tra 2008 e 2009» continua Tagliaretti. Le forme di violenza sono numerose, da quelle fisiche (inclusi i rapporti sessuali imposti) agli insulti, alla privazione di una anche minima disponibilità di denaro, dalle minacce allo stalking. Fenomeni che avvengono tra le pareti di casa o ad opera di ex conviventi
Il lavoro che le volontarie dell’associazione svolgono – coadiuvate da due psicologhe e due legali – è difficile, richiede tempo e la costruzione di un rapporto umano con le donne vittime di violenze: «A volte si ripresentano dopo un anno donne che avevano avuto un primo contatto, ma che poi non avevano continuato: quando vedono che le violenze continuano, tornano da noi». Una parte delle donne arriva anche su interesse della Polizia di Stato e dei Carabinieri, perché la legge contro lo stalking («un enorme passo avanti») prevede così, per evitare di abbandonare le donne al loro destino laddove non ci siano ancora gli estremi di qualche reato. Per lo più si tratta di conviventi o di ex compagni, ma non mancano le persone sposate da anni. «Spesso significativo è il peso delle dipendenze, da droga, alcool o dal gioco, che segnalano una debolezza anche in colui che maltratta, nell’uomo» aggiunge la responsabile dell’Auser.
Percentualmente molto significativa è la presenza di donne straniere, circa un terzo del totale. «Metà sono sposate con altri stranieri, metà con italiani». Anche se spesso le donne straniere si rivolgono allo sportello per chiedere un aiuto economico, perché non hanno alcuna fonte di reddito e sperano di poter conquistare un minimo di autonomia.
C’è poi un altro dato significativo: il ruolo (positivo) degli uomini. «Per la prima volta quest’anno abbiamo assistito a un certo numero di segnalazioni da parte di uomini: datori di lavoro che sanno qualcosa o anche compagni di donne che sono perseguitate dagli ex compagni. Anche per questa ragione l’Auser e l’assessorato alle pari opportunità del Comune, quest’anno, insistono molto a ricercare il confronto con gli uomini. «Deve crescere la consapevolezza che si tratta di un problema sociale da affrontare: non si può lavarsene le mani dicendo che non ci riguarda direttamente» conclude l’assessore Laura Prati, che ha sostenuto le tante iniziative dell’Auser Filo Rosa, anche negli anni passati.
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