“Palazzo Faes Bixer”, nessuno lo vuole ed ecco la seconda asta
La base d'asta per lo scheletro di cemento "firmato" dai graffitari che domina i Cinque Ponti scende a 1.635.000 euro
Seconda asta in vista per "palazzo Faes-Bixer", lo scheletro di cemento "decorato" da arditi "writers"-acrobati con l’enorme "tag" omonimo, che accoglie chi entra in città dai Cinque Ponti dirigendosi verso la zona dell’ospedale, all’angolo fra via Crespi e corso Italia. Una prima asta, indetta la scorsa primavera, è infatti andata deserta. Vuoi la crisi, vuoi il prezzo base dell’asta, di 2.180.000 euro, nulla si è risolto sul futuro dell’immobile, sotto procedura fallimentare al tribunale di Milano. Il palazzo è abbandonato "tale e quale" dal 1996.
Per la prossima asta il prezzo base è stato abbassato a 1.635.000 euro, come si può leggere sul bando; tutto per sei piani di palazzo più mansardina, tutto allo stato "rustico", e tre piani di posti auto interrati. La vendita "senza incanto", ovvero con la semplice valutazione delle offerte d’acquisto da parte del giudice, è prevista per il 12 gennaio giugno alle ore 11,30; quella eventuale "con incanto", ovvero l’asta vera e propria ad evidenza pubblica, il 26 luglio alle 11,15. All’offerta più alta, se ce ne saranno (e viene qualche dubbio, a questo punto), andrà l’immobile con il terreno, a meno che entro dieci giorni dall’aggiudicazione qualcuno non offra, tramite procura "senza incanto", una cifra di almeno un quinto superiore, come consente la legge.
Il consigliere comunale del gruppo misto Mario Cislaghi, che tale "ecomostro" si trova praticamente sotto casa e che già aveva segnalato la prima asta, chiedendo al Comune se fosse possibile intervenire per ovviare al degrado, ribadisce l’auspicio che la situazione cambi. La struttura esterna non è più probabilmente nemmeno adatta alle attuali prescrizioni edilizie, osserva, ma almeno gli spazi a posteggio sotterranei andrebbero a suo parere eventualmente preservati e valorizzati. Intanto continuano le frequentazioni notturne e invernali di chi trova rifiugio nella struttura, o di giovanissimi che vi si avventurano, con rischio per l’incolumità; e i periodici controlli da parte delle pattuglie delle forze dell’ordine.
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