Una settimana per conoscere l’Africa
Basta una settimana? Ovviamente no! Ma le associazioni di stranieri e le Acli vogliono dare un assaggio: tra progetti di solidarietà, ricchi pranzi e tante altre iniziative, dal 19 al 27 novembre
Le associazioni di migranti africani a Varese vogliono far conoscere la cultura dei loro Paesi ai varesini. Per questo, insieme alle Acli provinciali e a Ipsìa (la ong delle Acli) hanno organizzato la settimana “I ritmi dell’Africa”: dal 19 al 27 novembre tante iniziative per far incontrare varesini e “nuovi italiani”, ma anche per celebrare il 50° di indipendenza di tanti Stati dell’Africa centrale.
La settimana sarà aperta venerdì dalla presentazione (alle 10, all’Istituto Comprensivo Varese 2, via Appiani) del progetto di gemellaggio “Adotta una scuola”, tra alcune classi della scuola Pellico e una classe di Kinshasa in Congo. «Abbiamo creato un collegamento diretto tra due realtà» spiega Nhoremie Masala, dell’associazione Figli del Congo. «I bambini delle scuole di Varese hanno mandato disegni per far conoscere la loro realtà ai 14 bambini di Kinshasa a cui abbiamo fornito materiale scolastico e pagato la retta annuale».
Tra gli appuntamenti, le associazioni coinvolte (Associazione Camerunense, Associazione Congolese, Associazione Senegalese, Associazione Africasa-Togo e Movimento Ubuntu) tengono in particolare anche alla serata “Africa, 50 anni di indipendenza?”, con la presenza del giornalista di Radio Popolare Raffaele Masto, esperto conoscitore della realtà africana. Una riflessione a distanza di 50 anni, appunto, dalle lotte di liberazione e dall’indipendenza di tanti Stati africani, nati allora in un clima di cooperazione e di fiducia. Azangue Nkackeric, dell’associazione camerunense, sottolinea l’importanza della cultura «da contrapporre alle guerre che dividono l’Africa», mentre Djibril, senegale, vuole far conoscere la sua realtà culturale. «Sono stanco di rivendicazioni e proteste, non ci sono solo i problemi». Lui ha un piccolo sogno: distribuire in Italia il libro “Leuk la lepre”, il testo di favole africane raccolte da Leopold Senghor. Uno dei grandi protagonisti della stagione di rinascita africana e del sogno panafricano, ideologo della negritude.
«I nostri fratelli italiani ignorano il lato positivo dell’Africa, ci si limita al lato folkloristico e ai problemi che ci sono, alle guerre e alla malattia» aggiunge Thierry Dieng, storico esponente delle comunità africane a Varese e fondatore del Movimento Ubuntu. Tra gli aspetti più famosi della cultura africana, c’è il cibo, che sarà ben rappresentato da una grande cena sabato 27 novembre, con piatti da diversi Paesi. L’impegno di solidarietà dell’iniziativa passa – oltre che dal progetto Dote Scuola che coinvolge la Pellico – anche dal turismo responsabile (domenica sera una iniziativa speciale a Gallarate) e dal progetto finanziato da Ipsia, la ong delle Acli: lunedì 22 a varese è prevista la presentazione del progetto “Aledjo e salute”, che sta impegnando un gruppo di varesini nella realizzazione di strutture igieniche e punti d’accesso all’acqua nel mercato di Aledjo, una cittadina del Benin.
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