“Vigiliamo sulle grandi opere del basso varesotto”
La posizione di Angelo Proserpio sulla polemica che si è aperta tra Roberto Saviano e il ministro Roberto Maroni
Sarà forse sfuggito ai più che quanto ha dichiarato Saviano lunedì scorso alla trasmissione “Vieni
via con me” è null’altro che la comunicazione al grande pubblico di un fatto notorio che da anni
si è intensificato nella nostra provincia. Dal giornale “Il sole 24 ore” supplemento Lombardia
di mercoledì 10 novembre leggo frasi come queste: “l’appalto per l’autostrada fa gola, dichiara
Giuseppe Schettino vicequestore di Como. Si tratta di una torta di 426 milioni per 23,2 Km di
tragitto”. E più avanti il deputato Molteni della Lega Nord dichiara che “quello degli appalti
pubblici è un forte settore a rischio infiltrazioni della nostra provincia come l’edilizia, il movimento
terra, il trasporto materiali di scavo e la droga.” La provincia di cui parla è quella di Como, con
presidente Lega, l’edilizia e le attività collaterali discendono tutte da autorizzazioni amministrative
di enti locali di cui la Lega ha quasi il monopolio.
E allora che cosa ha detto Saviano di così scandaloso da provocare il caso di Stato che ha tenuto
banco sulle pagine dei giornali la settimana scorsa? E’ notorio che l’attività politica è sempre stata
corteggiata dalla criminalità organizzata; la contiguità con la mafia non ci sarebbe da meravigliarsi
se non fosse solo un’esclusiva delle regioni meridionali e i timori di una ramificazione nella bassa
comasca e nel basso varesotto, un territorio ricco tutto da conquistare, sono reali e sono il segnale
che sotto c’è una lotta per accaparrarsi i favori della politica senza esclusione di colpi.
Un’operazione della Guardia di finanza di Como ha portato alla confisca di dieci aziende, al
sequestro di sette immobili, oltre a una stalla con terreno a bosco ceduo. A Cermenate è stata
confiscata alla mafia nel 2007 una villa che ora è stata assegnata ad una scuola di formazione contro
il crimine organizzato. Tutto questo solo nello scorso mese di ottobre. Se vi sembrano pochi,
se non è il caso di preoccuparci, se chi come Saviano mette in guardia dicendolo in televisione
viene trattato come diffamatore della Lega, forse siamo nel mondo alla rovescia, dove il cane
che abbaia perché abbiamo i ladri in casa viene preso a bastonate. Il ministro si straccia le vesti
perché Saviano ha osato mettere in dubbio la superiorità antropologica degli amministratori
leghisti senza accorgersi che le più nefande avventure umane hanno sempre preso avvio proprio da
questa convinzione. Non possiamo prenderlo sul serio, anche se gli riconosciamo che non si può
generalizzare: un cavallo può anche cadere (alla Lega è capitato anche ai tempi di Mani Pulite con
quel “pirla” di Patelli) l’importante è che non trascini l’intera scuderia.
Ha fatto bene quindi Saviano a informare del rischio, altrimenti siamo nei “viaggi di Gulliver”:
possiamo tranquillamente continuare a vedere programmi dove la gente si accapiglia sul modo di
rompere le uova.
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