Federalismo fiscale, penalizzato il sud e casse piene al nord
Secondo uno studio del Partito Democratico sui dati forniti dalla commissione sul federalismo il taglio dei trasferimenti dello Stato ai comuni del sud abbatterà le risorse fino al 66% (L'Aquila)
Il federalismo penalizzerà i comuni del sud e premierà quelli del centro e del nord. Sono questi i dati che emergono da una ricerca del Partito Democratico sui dati della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale (Copaff). La perdita di risorse per i servizi essenziali per i 92 capoluoghi di provincia presi in esame, nel passaggio dai trasferimenti statali all’autonomia impositiva prevista dalla riforma a partire dal 2014, è pari complessivamente a 445.455.041 euro.
Secondo questa speciale classifica basata sul confronto tra i trasferimenti relativi al 2010 e il totale del gettito dalle imposte devolute in base al decreto attuativo sul federalismo fiscale emerge che dei 92 comuni presi in esame saranno una 40ina quelli che perderanno soldi mentre 52 guadagneranno in introiti.
I più penalizzati risultano essere L’Aquila e Napoli che perderanno il 66% l’uno e il 61% il secondo ma la situazione non si prospetta rosea nemmeno per Messina, Palermo, Cosenza, Taranto e Roma che perderanno dal 59% al 10% degli introiti dallo Stato. Soldi che i comuni dovranno recuperare o con il famoso fondo perequativo oppure aumentando la tassazione sui cittadini.
Il capoluogo di provincia che avrà più da guadagnarci è Olbia, pieno di seconde case abitate pochi mesi all’anno. Il Comune sardo vedrà i propri introiti balzare del 180%. Chi guadagna è complessivamente il Nord: Imperia segna +122%, Parma +105%, Padova +76%, Siena +68% e Treviso +58%. Milano avrà il 34% di risorse in più, Bologna il 40%, mentre tra i capoluoghi del Nord perderanno Torino (-9%) e Genova (-22%).
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