“Fontana dice cose errate sul 5 per mille”
Scrive Fabrizio Mirabelli del Pd che il fondo non è stato ripristinato, come invece sostiene il primo cittadino
Il 9 dicembre, il sindaco Fontana, rispondendo ad una mia interrogazione
del 30/11/2010 riguardante il taglio del 75% del fondo del cinque per mille
destinato alle associazioni di volontariato, agli enti pubblici e privati per
le attività nel campo sociale ed agli enti di ricerca (da 400 a 100 milioni
di euro), non ha esitato a fare un importante annuncio: “Comunico con
grande soddisfazione – ha scritto testualmente – che, nonostante le note
difficoltà economico-finanziarie che coinvolgono l’intera Europa, anche grazie
al supporto dell’ANCI regionale e nazionale è stato ripristinato nella sua
interezza tale fondo. Lo stanziamento di 400 milioni di euro è, quindi, stato
confermato anche per il 2011 nell’ambito della definitiva approvazione della
Legge di Stabilità 2011”.
Notizia bellissima se non fosse che risulta totalmente priva di fondamento.
Vero è, infatti, che il governo, nell’ambito della definitiva approvazione della
Legge di Stabilità 2011 ha accolto un ordine del giorno, targato PD, che lo
impegna a stanziare 300 milioni nel primo decreto in fase di approvazione (il
Milleproroghe) per ripristinare il tetto di 400 milioni destinato nel 2011 al 5 per
mille (nella Legge di Stabilità sono presenti solo 100 milioni).
Tanto è vero che, proprio domani, per protestare contro il taglio al 5 per mille,
il Forum del Terzo Settore ha organizzato un presidio davanti al Ministero
delle Finanze.
A mio parere è gravissimo che il sindaco di Varese nonché presidente
regionale dell’ANCI ignori la realtà delle cose. Come è gravissimo che prenda
in giro associazioni ed enti di ricerca che, pur supplendo, in tanti casi, alle
carenze dello Stato, grazie alla scelta miope del governo Berlusconi, sono a
rischio di sopravvivenza.
Ripristinare nella sua interezza il fondo del cinque per mille a favore del
settore del volontariato e del non profit è fondamentale per permettere di
continuare un’attività particolarmente preziosa in un momento di crisi come
quello che stiamo attraversando, una crisi che ha messo in ginocchio migliaia
di famiglie, facendo crescere povertà e disagi.
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