L’asteroide diventa cometa
L'astro ha cent'anni e nelle foto d'archivio non ha mai avuto la "coda". L’equipe dell’Osservatorio “G.V. Schiaparelli” di Campo dei Fiori ha scoperto una strana chioma
Quando alziamo gli occhi al cielo durante una nottata buia e limpida rimaniamo incantati alla vista del cielo stellato. Chi lo può osservare da luoghi senza luci cittadine può vedere centinaia o migliaia di stelle, e tutto appare silenzioso ed immutabile, notte dopo notte.
In realtà il Sistema Solare, così come l’Universo in generale, è pieno di altri astri a noi invisibili, a meno che non si usino grandi telescopi. Questi astri sono gli asteroidi e le comete e sebbene entrambi siano grandi rocce che orbitano attorno al Sole, c’è un’importante caratteristica che li differenzia: le comete sono fatte anche di ghiaccio e quando si avvicinano al Sole manifestano una chioma ed una coda, gli asteroidi no. O perlomeno quasi mai.
Negli ultimi anni, tuttavia, il cielo è continuamente monitorato da grandi e piccoli telescopi, e si scoprono fenomeni che un tempo non era facile vedere.
Durante le osservazioni volte alla scoperta di nuovi asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra, Steve Larson del Catalina Sky Survey dell’Università dell’Arizona ha scoperto due giorni fa una nebulosità a ventaglio attorno ad un asteroide, denominato (596) Scheila. L’eccezionalità sta nel fatto che l’asteroide è conosciuto da oltre 100 anni (è stato scoperto nel 1906 presso l’Osservatorio tedesco di Heidelberg) ed ha un diametro di 113 km. In nessuna immagine d’archivio l’asteroide aveva una chioma, quindi il fenomeno è databile a non più di qualche settimana fa.
L’equipe dell’Osservatorio “G.V. Schiaparelli” di Campo dei Fiori, da anni impegnato in ricerche su asteroidi e comete, non si è lasciato sfuggire l’occasione di osservare il fenomeno, ed ha puntato immediatamente il telescopio da 60cm sull’asteroide.
L’immagine, realizzata il 12 dicembre alle ore 02.10 locali, mostra la strana “chioma” attorno al luminoso asteroide, che brilla di magnitudine 13.5 nella costellazione del Leone.
Circa le cause del fenomeno gli astronomi si stanno concentrando su due possibilità: la prima è che l’asteroide faccia parte della famiglia delle cosiddette “main-belt comets”, asteroidi contenenti anche composti ghiacciati che di tanto in tanto mostrano l’attività tipica delle comete. Ma questa ipotesi non spiega perché un asteroide scoperto 100 anni fa mostri solo ora la chioma.
L’ipotesi più suggestiva, che sembra anche la più realistica, è che l’asteroide principale sia stato colpito da un altro corpo più piccolo, sconosciuto e dell’ordine di qualche decina di metri, e che la chioma non sia altro che la nuvola di detriti provocata dall’impatto.
Osservazioni specifiche con i più grandi telescopi sveleranno l’arcano; per quanto ci riguarda, non possiamo che rimanere sorpresi ed affascinati ogni volta dai misteri dell’Universo.
Luca Buzzi
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