Modificato il regolamento comunale per l’affido
Le novità portano più flessibilità ed efficacia nel sostegno economico alle famiglie che accolgono minori in difficoltà
Il regolamento comunale che disciplina l’istituto dell’affido è stato modificato: i cambiamenti riguardano, in particolare, un paio di articoli che normano l’erogazione di contributi economici a quanti decidono di accogliere minori in difficoltà.
Nel dettaglio, all’articolo 9 si specifica che l’attività svolta dalla famiglia affidataria viene riconosciuta come servizio pubblico. Per questo il Comune corrisponde all’affidatario, indipendentemente dalle condizioni economiche dello stesso, un contributo mensile a rimborso delle spese sostenute per il mantenimento e la cura del minore. Tale contributo è determinato in maniera differente nel caso di affido parentale e di affido a persone e nuclei familiari senza vincoli di parentela con il minore. Nel primo caso la cifra è fissata in 300 euro mensili, nel secondo in 600. Gli importi sono aggiornabili periodicamente con delibera di Giunta Comunale e, in caso di particolari esigenze, è facoltà del dirigente dei Servizi Sociali derogare in via straordinaria e temporanea alle somme stabilite. Si aggiunge che per i minori con handicap viene corrisposta una aggiunta pari al 40 per cento della somma standard, incremento che diventa del 100 per cento per gli affidati non deambulanti o non autosufficienti a causa di problemi fisici o psichici. Per l’affidamento diurno o part-time, il contributo viene ridotto in proporzione al tempo e alla ripartizione delle spese stabilita nel contratto stipulato tra i Servizi Sociali, la famiglia d’origine e quella affidataria. Per gli affidamenti di durata inferiore al mese si rapporta la cifra ai giorni reali di affidamento.
L’articolo 10 regola, invece, l’erogazione di contributi straordinari che vengono riconosciuti in caso di esigenze particolari non affrontabili con i normali strumenti a disposizione delle famiglie di accoglienza: acquisto di occhiali da vista, cure odontoiatriche e odontotecniche, pratiche amministrative per rilascio di documentazione valida all’espatrio, iscrizioni a corsi professionali o spese accessorie (divise per la scuola – ad esempio alberghiera – libri scolastici se non è possibile altro intervento per ottenere il rimborso eccetera), psicoterapia (a condizione che gli uffici competenti del Servizio Sanitario Nazionale dichiarino l’impossibilità a farsene carico direttamente), soggiorni scolastici o in centri estivi, necessità di alimentazione particolare, trasporti per la frequenza scolastica, inserimenti lavorativi, incontri con la famiglia di origine in spazio neutro, interventi specialistici, cure sanitarie non effettuabili tramite il Ssn, sostegno scolastico individuale. Il limite complessivo annuo di contributi straordinari per ogni minore è di 1.000 euro, con possibilità di revisione periodica e di modifica con provvedimento della Giunta Comunale. Per situazioni che richiedono interventi aggiuntivi e non rientranti nel precedente elenco, si procede comunque all’istruttoria e alla formulazione di un progetto di intervento da parte dei Servizi Sociali.
«E’ convinzione mia come del personale di Palazzo Broletto – dichiara l’assessore alla partita, Roberto Bongini – che il ricorso alle comunità protette per i minori in difficoltà deve essere l’ultima ratio. Di qui l’esigenza di creare le premesse per incoraggiare l’istituto dell’affido familiare. Ora il regolamento comunale che lo disciplina specifica in modo chiarissimo l’entità dei sostegni economici e delle eventuali integrazioni, permette di erogare i contributi in modo flessibile e stabilisce una casistica per accedere a sovvenzionamenti straordinari. Alcuni, in effetti, pur benintenzionati, potrebbero scoraggiarsi di fronte alla prospettiva di prendere con sé un ragazzo con esigenze particolari e rinunciare ad accoglierlo per ragioni economiche. La speranza è che le nuove misure abbiano un effetto rassicurante: dal momento che l’affido è a tutti gli effetti un servizio pubblico, il Comune rimane al fianco di chi si impegna in un progetto utilissimo al singolo beneficiario come all’intera comunità».
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