“Opponetevi o dimettetevi”

Il testo della lettera aperta che ricercatori e docenti hanno distribuito ai vertici degli atenei. Una copia è stata consegnata anche al rettore dell'Insubria, Renzo Dionigi

Pubblichiamo il testo integrale della lettera aperta che ricercatori e docenti hanno distribuito ai vertici degli atenei. Una copia è stata consegnata anche al rettore dell’Insubria, Renzo Dionigi. Il documento ha raccolto in pochi giorni oltre 2500 (duemilacinquecento) adesioni in quasi tutte le oltre 60 università pubbliche italiane. In questi giorni, dopo l’approvazione del disegno di legge alla Camera, la lettera aperta sta circolando negli atenei italiani.  

Magnifici Rettori, Amplissimi Presidi, Chiarissimi Professori,

in innumerevoli documenti di organi accademici e assemblee di tutte le componenti delle università statali italiane è stata concordemente espressa la radicale opposizione di una larghissima maggioranza di ricercatori e professori all’impianto generale del ddl Gelmini. Altrettanto decisa opposizione è stata espressa nei confronti degli insostenibili tagli al FFO (Fondo finanziamento ordinario), solo in minima parte recuperati nella legge finanziaria, che determineranno un’irragionevole contrazione del corpo docente (mentre il rapporto studenti-docenti rimane in Italia decisamente superiore alla media europea).

Sebbene sia manifesto a tutti l’orientamento assolutamente distonico della CRUI rispetto al sentire della comunità accademica, siamo certi che, anche all’interno di quel consesso, risulta evidente a molti che un’approvazione del ddl in un momento di assoluta instabilità politica come quello attuale sarebbe assolutamente esiziale per il sistema universitario.

La sovrapposizione del grave e diffuso malcontento che attraversa gli Atenei italiani, alla prevedibile condizione di stallo conseguente alla impossibilità di rendere operativa questa pessima riforma (contiene oltre cento deleghe, tra regolamentari e legislative), che ha l’effetto immediato di azzerare il sistema vigente, senza introdurne nessun altro, determinerà di fatto il collasso del sistema universitario; senza contare che eventuali diversi orientamenti di nuove maggioranze parlamentari potrebbero determinare, come già avvenuto per la L. 230/05, il rinvio sine die dell’attuazione del provvedimento, lasciando gli atenei in una condizione di caos senza precedenti.

CONFIDIAMO

quindi, che tutti coloro che in questo momento rivestono cariche di vertice negli Atenei, e in particolare i Rettori (anche riuniti nella CRUI), sappiano fare prevalere il proprio senso di responsabilità a tutela del diritto allo studio e della dignità del ruolo, e chiedano con forza, determinazione e chiarezza:

(*) l’arresto immediato dell’iter parlamentare del ddl, in attesa che il quadro politico acquisisca gli indispensabili elementi di stabilità e che i contenuti del provvedimento possano essere radicalmente modificati a partire da un reale confronto con la comunità accademica italiana;

(*) l’integrale restituzione al sistema delle università statali delle risorse finanziarie sottratte attraverso una successione di manovre ed interventi miopi e totalmente inadeguati al necessario rilancio dell’economia.

I professori e ricercatori chiedono ai colleghi Rettori, Presidi, Direttori e Presidenti di CCS, cui hanno affidato col proprio voto importanti ruoli di governo negli Atenei, di dichiarare formalmente che, qualora il ddl venisse approvato nella forma attuale, in un momento di così grande instabilità politica ed in assenza di adeguate destinazioni di risorse finanziarie, presenteranno le proprie DIMISSIONI IMMEDIATE ED IRREVOCABILI dagli stessi incarichi.

In assenza di tale minima assunzione di responsabilità i sottoscritti docenti prenderanno atto del definitivo venire meno dell’essenziale rapporto di fiducia tra docenti e organi di governo su cui l’università deve fondarsi, e sarannno loro malgrado costretti a intraprendere ADEGUATE E CONSEGUENTI INIZIATIVE DI DISSENSO E OPPOSIZIONE consistenti tra le altre:

(*) nell’astensione a tempo indeterminato da tutte le attività didattiche non obbligatorie;

(*) nella presentazione di mozioni di sfiducia nei confronti delle cariche di governo dell’ateneo che con il loro comportamento (attivo od omissivo) avranno avallato l’approvazione del ddl;

(*) in azioni concertate e collettive di non collaborazione negli organi collegiali, compresa reiterata verifica dell’esistenza del numero legale e dei quorum di deliberazione, fino all’extrema ratio dell’ostruzionismo e dell’eventuale astensione dalla partecipazione ai consigli.

23 novembre 2010

CoNPAss – http://www.professoriassociati.it
Rete29Aprile – http://www.rete29aprile.it

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Pubblicato il 02 Dicembre 2010
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