Spostamento del commissariato: “qui si prendono in giro i cittadini”
Porfidio (La Voce della città) preme sull'acceleratore per il trasferimento della polizia all'ex Enel di via Foscolo, ricordando anche la nona ccessibilità della sede attuale per i disabili
Sono passati dei mesi, ma dello spostamento del commissariato di polizia di Busto Arsizio non si parla quasi più. Che fine ha fatto? Lo chiede il consigliere comunale de La Voce della Città Audio Porfidio. La sua contestazione dei mancati inteventi dell’amministrazione è sempre energica, e avvicinandosi le elezioni gli appare opportuno rinfrescare un po’ la memoria a chi amministra una città che a suo dire è ridotta a «una mucca da mungere». Come si vuole insomma risolvere questa vicenda del commissariato? Mesi fa era stato annunciato che la possibilità di trasferirlo presso l’ex sede Enel, un edificio antico e di un certo pregio situato in via Foscolo, si era fatta più che concreta. Incontri, discussioni, anche con la proprietà, ovviamente, il coinvolgimento dello stesso Questore: cosa fatta, insomma. Una liberazione per gli agenti costretti negli angusti spazi dell’angolino di Palazzo Gilardoni dove il commissariato ha sede, fra mille difficoltà e periodiche denunce e proteste dei sindacati di polizia. Ancora due mesi fa in consiglio comunale aveva fatto il punto il sindaco: ma già lì emergevano qualche freno agli entusiasmi. Saranno necessari alcuni lavori per adattare lo stabile.
«Questo è un servizio ai cittadini, da consigliere voglio risposte certe. Farò una mozione in consiglio comunale: se non arriviamo al dunque, mi farò sentire. Non si può prendere in giro la gente». Anzi, l’agente. «Tutti a festeggiare “noi abbiamo trovato, è fatta” (sventola gli articoli di giornale della primavera e dell’estate scorsa), tutti a vantare che Busto ha superato per abitanti Varese e poi non ci sono ancora le strutture e le risorse per trasferire il commissariato. La promessa era di spostarlo entro fine anno in via Foscolo. Abbiano almeno la decenza di vergognarsi: oppure, se intendono mostrare di aver fatto qualcosa di concreto, passino all’azione e provvedano a completare il trasferimento quanto prima possibile». Tra l’altro il consigliere segnala che la sede attuale è completamente inadatta non solo gli spazi angusti, non solo per la mancanza di parcheggi che obbliga a posteggi "altamente illegali", ma per la persistenza delle barriere architettoniche: quegli otto scalini per accedere agli uffici non saranno un problema per i pregiudicati condottivi in manette, ma per chiunque avesse problemi di mobilità per andare a richiedere un documento lo sono eccome. «Dal bilancio hanno tolto qualcosa come 300mila euro previsti per abbattimento barriere architettoniche» attacca Porfidio, «cosa dobbiamo pensare? Più che fare un bilancio, giocano a scacchi con le vite dei bustocchi».
Sul retro del commissariato vi è un cortiletto di Palazzo Gilardoni ingombro di mezzi parcheggiati e di arredi tolti dalla stanze del municipio. «Li metto all’asta io: e il martello lo picchio sul mio chiodo fisso, il decoro della città. E con quello la sicurezza, perchè una città bella è una città dove c’è anche meno voglia di delinquere» conclude il vulcanico consigliere.
«Non è un normale trasloco» commenta brevemente l’assessore alla sicurezza Walter Fazio, egli stesso già vicequestore in città, anni or sono. Il commissariato ora è ancora più stretto con più uomini dentro, osserva, essendo stato potenziato negli organici come voluto dal ministro Maroni. Un motivo in più per stringere i tempi. Ma il vicesindaco e assessore all’urbanistica Giampiero Reguzzoni, cui spetta gestire la partita, non vuole indicare alcuna data: «Darò i tempi quando avrò gli atti: questa amministrazione non prende in giro nessuno, a differenza di quanto sostiene il consigliere Porfidio; le cose vanno fatte correttamente, nel modo giusto, secondo passi formali». Che richiedono tempi non brevissimi. «Stiamo percorrendo una strada tracciata, ma senza bacchette magiche. La soluzione c’è e la stiamo sviluppando: non ci sono ostacoli di nessuna natura». Traduzione: pazientate e vedrete.
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