Tra luci, alberi e “chalet”, Aubam rinnova il legame con l’Ucraina
Fra le curiosità del mercatino di piazza Santa Maria, anche le palline natalizie dipinte a mano, di tradizione ucraina. L'associazione raccoglie fondi a copertura dei viaggi dei ragazzi dalle zone colpite da Chernobyl
Natale in centro, con l’ultimo sabato di shopping più o meno frenetico per i regali, le "vasche" per una via Milano resa "artica" da temperature raramente sopra lo zero, l’ideale per mantenere in perfetta efficienza la pista di pattinaggio su ghiaccio, affollata di ragazzi. Intorno, alberi di Natale, il trenino coloratissimo che poirta alle bancarelle, ai giochi e ai paciosi cavalli del Museo del Tessile; poco discosto l’"angolo Agesp" in piazzale Facchinetti coi Babbi Natale e il planetario mobile. Intorno, un traffico intenso ma prudente, si guida sulle uova perchè il ghiaccio è in agguato, anche se un provvidenziale disgelo ha aiutato a sgomberare le strade esposte al pallido e basso sole di dicembre.
Fra i piccoli chalet di piazza Santa Maria, che al tramonto batte i denti dal freddo intorno al magnifico presepe, sotto lo sguardo amorevole della Vergine proiettata sul "suo" santuario, ce n’è uno che ci icorda una storia di amicizia che non ci stancheremo di lodare. È quella di Aubam e dei suoi piccoli ucraini, bambini e ragazzi cui ogni anno si dà l’opportunità di trascorrere un periodo di un mese da queste parti, sottraendosi ai veleni radioattivi ancora presenti sul posto a ben 24 anni dal dramma di Chernobyl. All’associazione il Distretto del Commercio di Busto Arsizio ha concesso a titolo gratutito una delle simpatiche "casette" perchè potesse diffondere notizia delle sue iniziative tra i passanti e distribuire gadget. Come quelli che mostra il sempre attivo Antonio Tosi, presidente e portavoce dell’associazione: palline natalizie colorate, dipinte a mano, prodotto artigianale della tradizione ucraina. I fondi raccolti servono ad abbattere i costi di viaggio dei ragazzi da Kiev a Malpensa. Oltre che, come d’uso, nel mese di giugno, alcuni ragazzi trascorrono anche un periodo invernale a Busto e dintorni (nella foto, quelli arrivati questa settimana): ben venga dunque ogni aiuto, per quanto piccolo, a rafforzare il filo degli affetti che da ormai quasi vent’anni lega la nostra città alle terre colpite dal peggiore disastro mai successo in una centrale nucleare. Il prezzo sulla salute delle persone, a cominciare dai più piccoli, che l’Ucraina, e con essa la vicina Bielorussia, stanno tuttora pagando, è pesante.
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