Carta sconto, senza pin niente benzina
Ecco come procurarsi il codice segreto, ma attenti alle code. Bisogna andare negli sportelli abilitati e a febbraio si prevede un forte afflusso. In attesa che i comuni attivino il servizio
Il benzinaio allarga le braccia: «Che fine farà la carta sconto? Non lo so». Ogni anno è la stessa storia; ci si chiede come cambierà la carta sconto benzina, che permette ai residenti di confine di beneficiare di una riduzione alla pompa, finanziata dalla Regione Lombardia. Quest’anno la novità c’è e, va da sé, occorre informarsi per tempo, evitando così disagi e lunghe code. Il primo marzo, la carta sconto benzina – la tesserina bianca – va in soffitta. Al suo posto utilizzeremo la "carta regionale servizi" ovvero la tesserina gialla e blu. Fin qui, tutto bene. La nuova tessera è stata inviata a tutti i lombardi. L’abbiamo in un cassetto o nella libreria, magari nella tasca della giacca. Ma attenzione, il vero problema non è possederla bensì essere abilitati a usarla. Quella tessera serve a tutto, per cambiare il medico, per avere le riduzioni fiscali sui medicinali ma deve avere un pin, un codice segreto, come quello personalizzato che utilizziamo con la tesserina bianca. Dove lo trovo? Non c’è altro modo: bisogna andare negli uffici preposti e farselo rilasciare. Già, ma dove? A Varese si può andare allo spazio regione di viale Belforte, oppure alla Asl di viale Monterosa e in particolare allo sportello “scelta e revoca”, in alternativa anche in via Ottorino Rossi.
I comuni dovrebbero attivare alcuni sportelli ma in realtà sono ancora un po’ in ritardo. Nel capoluogo non c’è ancora nessuno sportello. Questo è l’elenco dei comuni (nel sito della regione) che dovranno attivare entro marzo un apposito servizio per la carta servizi (clicca qui per avere anche l’elenco dei comuni abilitati nel sito dell’Asl). Questo è l’elenco della Asl con sportelli “scelta e revoca”.
Pericolo code? Sì. Lo spazio regione di viale Belforte a Varese ha due impiegati dedicate al servizio. Fino ad oggi stimano un afflusso giornaliero di 15 persone al giorno, ma a febbraio si prevede un picco non indifferente. Dunque, chi prima ci pensa meno dovrà soffrire, anche perché in questi giorni l’attesa èstimata in pochi minuti.
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