La Giornata della Memoria e i dieci giorni del Sociale
Sarà in tournée da lunedì 24 gennaio al 3 febbraio, non solo a Busto ma in vari centri del NordItalia, una riduzione teatrale de "la Notte" di Elie Wiesel che coinvolgerà anche attori giovanissimi
Si avvicina la Giornata delle Memoria (27 gennaio) e come ogni anno il Teatro Sociale è in fermento – la direttrice artistica Delia Cajelli è estremamente sensibile al tema e l’ha dimostrato più volte, pur non avendo alcun legame familiare particolare con queste tragiche vicende storiche. L’impegno del gruppo da lei guidato viene dall’indignazione civile per le crudeltà dell’uomo sull’uomo, che in una città storicamente colpita dalla barbarie nazista si traducono inella necessità della memoria storica.
Il "menù" del Sociale offrirà da lunedì dieci giorni di spettacoli, non solo a Busto Arsizio ma in varie città del Norditalia, incentrati su una riduzione teatrale de "la Notte" di Elie Wiesel. Un teatro "d’autore" richiesto anche fuori da Busto, difatti spettacoli si terranno a Como, Intra, Villafranca di Verona (dove ad andare in secna sarà però un classico made in Sociale: "Se questo è un uomo"), Sondrio. "Dieci giorni per non dimenticare" è il progetto promosso dall’associazione culturale Educarte con la Fondazione Cariplo e la Fondazione Comunitaria del Varesotto. Un sostegno generoso, rimarca Delia Cajelli grata ricordando una lettera giuntale personalmente, e sottolinenando il ruolo attribuito nello spettacolo ai più giovani, adolescenti (compare un Elie Wiesel ragazzino, com’era all’epoca di Auschwitz e Buchenwald, che sarà interpretato a rotazione da tre giovanissimi attori. Stefano Montani, Lorenzo Gianquintieri e Davide Zanzottera) e anche bambini. Dal 24 gennaio al 3 febbraio quattro attori del Sociale (Gerry Franceschini, Mario Piciollo, Anita Romano e Claudio Tettamanti) e alcuni degli allievi dei laboratori teatrali "Officina della creatività", tutti ragazzi che per la partecipazione ai corsi «non spendono un centesimo», porteranno per il Norditalia , in teatri, auditorium e scuole, il drammatico racconto di Wiesel, uno dei testimoni più lucidi e spietati tuttora in vita, che nei campi perse per sempre il padre, la fede in Dio e la speranza nella natura umana. A Busto Arsizio l’appuntamento è con due matinée il 26 e 27 gennaio alle 10,15, per le scuole, e una replica serale sempre giovedì 27 gennaio alle ore 21, nell’ambito di BA Teatro e delle iniziative comunali per la Giornata della memoria.
Fra gli elementi caratterizzanti dello spettacolo il sonoro, con rumori ambientali, legati al ghetto, al treno, alla guerra, alla "vita" nel campo (la sirena), e canzoni de’poca come Lilì Marlene o canti yiddish, oltre a un kaddish, la preghiera ebraica in lingua aramaica (quella parlata da Gesù duemila anni fa) usualmente impiegata per salutare i defunti, in una versione per la quale Delia Cajelli ha trovato informazioni utili attraverso amici israeliani. Anche la scenografia, naturalmente, è studiata per richiamare l’ambiente aspro, squallido e violento del lager. Una particolarità infine è data dal fatto che la prima parte dello spettacolo, come nel teatro sperimentale e d’avanguardia, non viene recitata sul palco, ma tra il pubblico.
«Chiedo sempre molto agli attori, ma stavolta ci sto mettendo una passione speciale» dice Cajelli, «sento la responsabilità di portare al pubblico un tema così pesante. "La Notte" di Elie Wiesel è uno dei libri più poetici sull’Olocausto, ogni pagina è densa di emozioni».
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