Le cure palliative si potenziano grazie al volontariato
Grazie a una convenzione tra l'azienda ospedaliera e l'associazione Varese Insieme verrà aumentato il personale impegnato nei servizi di ospedalizzazione domiciliare
Estendere l’ospedalizzazione domiciliare all’alto varesotto. È quello che l‘azienda ospedaliera di Varese potrà fare grazie ad un accordo con l’associazione "Varese insieme", associazione temporanea di scopo costituita da Varese con te e Varese per l’oncologia. Grazie a questa convenzione, "Varese insieme" anticiperà fondi per implementare la squadra ospedaliera che già si occupa, dall’estate del 2009, dei pazienti oncologici che scelgono di tornare a vivere gli ultimi giorni a casa propria: « Una scelta che non è molto diffusa nella nostra provincia – spiega il direttore del Dipartimento oncologico provinciale Graziella Pinotti – È chiaro che ci vogliono condizioni particolari. La famiglia non è sufficiente perchè occorre anche una rete di assistenza completa. E noi vogliamo proprio costruire un nuovo modo di assistenza, al proprio domicilio con la qualità dell’ospedale».
Tre nuovi medici e altrettanti infermieri entreranno nella squadra delle cure palliative per assistere futuri pazienti, in aree, come dicevamo, meno coperte come il Verbano e la Valceresio. Ma, mentre nel Verbano esistono già alcune risposte come il day hospital oncologico a Cittiglio e l’ambulatorio oncologico a Luino, in Valceresio non esiste alcuna risposta in campo oncologico. Varese insieme anticiperà i fondi per pagare il personale in più, costi che verranno rimborsati dalla Regione. Oltre ad aumentare i pazienti in cura, si potranno attivare ulteriori servizi come la reperibilità notturna e festiva che oggi vengono assicurati solo grazie alla disponibilità del personale impegnato.
Accanto a medici e infermieri, un ruolo attivo lo vivranno i volontari che daranno il loro supporto agli ammalati e alle loro famiglie. Un’attività, questa, da sempre nella missione di Varese con te.
In 18 mesi, medici e infermieri delle cure palliative hanno fornito assistenza a domicilio pari a 6000 giorni di degenza riuscendo a dare risposte a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta tant’è che non ci sono liste d’attesa, come ha ricordato il primario Salvatore Cuffari. Per il direttore Walter Bergamaschi, l’hospice e l’ospedalizzazione domiciliare sono state due importanti innovazioni nella cura al paziente: « Recentemente, in un convegno a Roma – ha spiegato il direttore Walter Bergamaschi – abbiamo presentato l’offerta integrata che noi abbiamo in questo settore e ci siamo resi conto che siamo tra i primi in Italia ad avere questo tipo di assistenza che si prende cura del paziente . Ora diciamo che copriamo il 70% del bisogno del territorio. Con questa convenzione vogliamo arrivare al 100%. Stiamo organizzandoci anche per aprire dei posti letto di hospice a Cittiglio».
Rimangono attualmente fuori da questa rete di assistenza i bambini, per i quali la Regione sta studiando un modello specifico: « Siamo ancora alla fase di studio – ha assicurato Bergamaschi – i riflettori sono accesi e noi siamo pronti a innovarci quando sarà stato individuato il modello».
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