Abusa del processo, il giudice la condanna a pagare 10mila euro

Sono quantificati in 64 milioni di euro i danni che lo stato deve ancora pagare, per liquidare i danni alle vittime di processi troppo lunghi

Condannata a pagare 10mila euro alla controparte perché ha abusato del processo civile. Per la prima volta in Italia il giudice del tribunale di Varese Giuseppe Buffone ha quantificato una sanzione pecuniaria a carico di una donna che, per la quinta volta, ha opposto una causa al marito ma senza una fondata ragione. In questo caso si era opposta a un decreto ingiuntivo per la restituzione di una macchina tagliatubi.
Il giudice l’ha sanzionata perché la donna, in realtà, aveva firmato un contratto in cui si impegnava a restituire il macchinario che utilizzava in comodato d’uso, e dunque era consapevole delle ragioni della controparte. Avrebbe insomma agito solo per dispetto (tra i due c’è stata una separazione) producendo un contenzioso civile che non avrebbe dovuto esser celebrato e che ha fatto ritardare i tempi della giustizia.

Si tratta di una decisione, contro cui potrà fare ricorso in appello, anche se dovrà comunque pagare subito (in realtà avrà uno sconto sugli alimenti). In questo modo il marito otterrà un risarcimento da un privato che non potrà successivamente chiedere allo stato, in caso di processo troppo lungo. Da qui deriva anche il valore per la collettività della sentenza che evita alla pubblica amministrazione di sborsare denaro e che si basa sulla legge 69 del 2009 che sanziona chi abusa del processo.
Una pratica molto comune. Sono infatti quantificati in 64 milioni di euro i danni che lo stato deve ancora pagare, per liquidare i danni alle vittime di processi troppo lunghi. Il giudice che ha emesso la sentenza, lo scorso 21 gennaio, è tra l’altro anche il docente esperto incaricato dal Csm di insegnare ai colleghi le modalità di applicazione della legge.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Febbraio 2011
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